2022 Comunicati  22 / 10 / 2022

Terrorismo mazziniano: l’attentato alla caserma Serristori

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n 79/22 del 22 ottobre 2022, Santa Maria Salome

Terrorismo mazziniano: l’attentato alla caserma Serristori

Il 22 ottobre ricorre l’anniversario della strage del 1867, quando a Roma, a pochi passi dal Vaticano, una caserma fu fatta esplodere da terroristi mazziniani, provocando la morte di 25 giovani Zuavi pontifici della banda musicale. Nell’attentato morirono anche dei passanti, tra cui una bambina, vittime innocenti del terrorismo risorgimentale.

Gli Zuavi…


 “Uno dei punti cardine di tutta l’insurrezione si fondava sulla distruzione della caserma degli zuavi nel quartiere Serristori a poca distanza dal Vaticano. Lo scopo fondamentale, ovviamente, era quello di colpire e fiaccare fisicamente e psicologicamente il corpo degli zuavi (…). Facendo saltare in aria il loro quartier generale e con esso la maggior parte degli zuavi, si sarebbe inflitto un durissimo colpo alla forza fondamentale a cui si affidava l’estrema difesa della città (…). Una grande parte del fabbricato crollò. Ma per fortuna la maggior parte dei militari, per ragioni di servizio, era partita poco prima alla volta di Porta s. Paolo; rimasero sotto le macerie vari zuavi che facevano parte della banda musicale. Le vittime furono:

Carmine Carletti di Olevano

Luigi Carrey di Arbois

Giuseppe Cesaroni di Roma

Fortunato Chiusaroli di Roma

Emilio Claude di Nancy

Federico Cornet di Namur

Alessio Desbordes d’Ilê de Oléron

Cesare Desideri di Roma

Federico De Dietfutr di Colmar

Giovanni Devorscek di Bologna

Luigi Flamini di Roma

Giovanni Lanni di Roma

Eduardo Larroque di Cahors

Michelangelo Mancini di Roma

Pietro Mancini di Roma

Stefano Melin di Moulins

Francesco Mirando di Portici

Antonio Partel di Vigo, Tirolo

Giacomo Poggi di Genova

Andrea Portauovo di Napoli

Edmondo Robinet di Saint-Pol-de-Leon

Nicola Silvestrelli di Roma

Oreste Soldati di Palestrina

Domenico Tartavini di Roma

Vittore Vichot di Parigi

un passante, Ferri Francesco e la figlia di sei anni, Rosa; dei feriti, tra i quali vi era la moglie di Ferri, alcuni morirono in seguito. (…)”

(Fulvio Izzo, L’attentato del fermano Giuseppe Monti alla Caserma Serristori nella insurrezione romana del 1867, Maroni Editore, Ripatransone, 1994).

… e la piccola Rosa Ferri


“A Rosa Ferri questa bambina che indossa quel giorno un vestitino azzurro, nel terzo anniversario della morte (22 ottobre 1870, ndr) andò l’omaggio di molti romani che si recarono al rione Borgo per deporre dei mazzi di fiori con degli enormi nastri azzurri ma essendo l’azzurro anche il colore della divisa degli Zuavi, il gesto fu male interpretato dai carabinieri italiani che dispersero i manifestanti e arrestarono gli uomini e i ragazzi che si trovavano nel gruppo” (Marianna Borea, L’Italia che non si fede, Armando Editore, 2013, pag. 248).