2020 Comunicati  16 / 04 / 2020

Terra Santa: neppure il coronavirus ferma il sionismo

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenzaisraele
Comunicato n. 37/20 del 16 aprile 2020, Santa Bernadetta

Terra Santa: neppure il coronavirus ferma il sionismo

Mentre Roberto Saviano sputa veleno sui territori della Penisola più colpiti dall’epidemia, i suoi amici israeliani (amici anche dei vertici del centro-destra italiano) anche in piena emergenza coronavirus infieriscono contro i Palestinesi. 

Israele verso un nuovo governo e annessioni in Cisgiordania
La capriola politica che porta gli ex avversari Natanyahu e Gantz a formare un nuovo governo israeliano apre anche la strada a nuove annessioni di Territori palestinesi. Con il benestare della Casa Bianca.

Neanche l’emergenza per il coronavirus rallenta la progressiva umiliazione dei palestinesi. Lo testimonia la formazione, pur travagliata, del governo Netanyahu-Gantz, i grandi rivali diventati alleati dopo il voltafaccia di Gantz, lesto nello smantellare il progetto della coalizione Blu e Bianco che lui stesso aveva fondato con Yair Lapid proprio in opposizione al Likud. I due, che dovrebbero presiedere il governo a turno, mal si sopportano. E ora che si è arrivati a discutere di come spartire il potere (ultimo casus belli, i criteri di nomina dei giudici) fanno fioccare le polemiche e gli ultimatum. Su una cosa sola hanno trovato subito l’accordo: come infliggere altre bastonate ai palestinesi.

Per capire bene dove si va a parare, però, bisogna prima ricostruire quel che è avvenuto tra Israele, i palestinesi e il virus. All’inizio c’è stata una buona collaborazione: israeliani e palestinesi hanno formato una commissione congiunta e Israele ha anche aperto, sia pure in piccola parte, i condotti finanziari che intercettano i quattrini dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp).

Poi, man mano che il virus si faceva strada (al 9 aprile, siamo a quasi diecimila contagiati e un’ottantina di morti nello Stato ebraico), Israele ha cambiato atteggiamento. I lavoratori palestinesi contagiati sono stati espulsi verso la Cisgiordania senza alcun accordo preventivo con l’Anp. Un ospedale provvisorio per palestinesi, allestito nella Valle del Giordano, è stato demolito. Analoga sorte hanno continuato a subire numerose abitazioni palestinesi, in ovvia contraddizione con il «distanziamento sociale» che dovrebbe impedire la diffusione del contagio. Nulla è stato fatto, peraltro, all’interno della cosiddetta Linea Verde, per garantire ai palestinesi che risiedono in Gerusalemme o che sono cittadini di Israele di avere lo stesso accesso ai test e ai ricoveri ospedalieri di cui godono tutti gli altri israeliani.

Com’è ovvio, la diffusione della pandemia potrebbe avere effetti disastrosi in una realtà come quella palestinese, che già in tempi «normali» soffre di una cronica insufficienza di strutture mediche adeguate. E questo, forse, spiega anche la fretta con cui Benjamin «Bibi» Netanyahu e Binyamin «Benny» Gantz, appena raggiunto l’accordo per la formazione del Governo, hanno annunciato il proposito di annettere entro qualche mese almeno parte della Cisgiordania già disseminata di insediamenti israeliani.

L’idea, secondo quanto scrive la stessa stampa israeliana, è di preparare una bozza di annessione, sottoporla alla Casa Bianca, farla approvare dal Parlamento israeliano (Knesset) e poi procedere. Tutto finto, scontato in partenza. L’annessione della Cisgiordania era prevista dal «Piano del secolo» presentato da Donald Trump in gennaio, il sì della Knesset scontato. Il diritto internazionale, per la milionesima volta, ignorato e calpestato.

Non ci si deve stupire troppo. La politica israeliana non è nuova a colpi di scena come questo, tra alleanze che diventano ostilità ed ex nemici che si abbracciano. Sulla questione della sicurezza (termine passe-partout con cui i politici israeliani giustificano qualunque azione) e dei rapporti con i palestinesi, poi, Netanyahu e Gantz (entrambi ex militari) non sono mai stati troppo lontani. Resta da analizzare la fretta di Bibi e Benny. Approfittare del coronavirus, ovvio, che fiacca ancor più i palestinesi e distrae l’opinione pubblica mondiale. Ma forse anche dei residui mesi della presidenza Trump. Se la Casa Bianca dovesse dare cattiva prova di sé con la pandemia, a novembre gli americani potrebbero eleggere un nuovo Presidente. Meglio quindi non aspettare.

https://www.terrasanta.net/2020/04/israele-verso-il-nuovo-governo-e-annessioni-in-cisgiordania/