2015 Comunicati  19 / 09 / 2015

Santa Bernadetta, zuava del Papa

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 70/15 del 19 settembre 2015, San Gennaro

barque_de_pierreIn occasione del 20 settembre ricordiamo l’eroismo dell’esercito pontificio con una lettera di santa Bernadetta Soubirous a Pio IX, in cui si definiva “zuava” del papa. La nota di mons. Trouchu, a margine della lettera, fa comprendere la forte ammirazione che i cattolici dell’epoca avevano per i soldati di Pio IX, in particolare per gli Zuavi. Ieri come oggi è importante imitare questi eroi nella difesa della causa cattolica, contro i nemici interni ed esterni della Chiesa e della regalità sociale di Cristo.

Lettera della “zuava” santa Bernadette
“Beatissimo Padre, non avrei mai osato prendere la penna per scrivere a Vostra Santità, io, povera piccola suora, se il nostro amato vescovo mons. di Ladoue non mi avesse incoraggiata dicendomi che il mezzo più sicuro di ricevere la benedizione del Santo Padre era di scrivervi e che lui stesso avrebbe avuto la bontà di recapitarvi la mia lettera.
Un combattimento si impegna tra il timore e la confidenza. Io povera, ignorante, piccola suora inferma, osare scrivere al Beatissimo Padre… mai!
Ma perché tanto timore? È mio padre, perché rappresenta il buon Gesù su questa terra; il Dio tre volte santo, che così sovente oso ricevere nel mio povero cuore; è proprio perché sono debole che oso ricevere il Dio forte.
Medesimo è il motivo che m’incoraggia, Beatissimo Padre, a venire a prostrarmi in ginocchio ai vostri piedi per domandarvi la benedizione apostolica che sarà, ne sono sicura, una forza per la mia anima così debole.
Che potrei fare, Beatissimo Padre, per testimoniarvi la mia riconoscenza? Da molto io sono zuava (1), benché indegna, di Vostra Santità; le mie armi sono la preghiera ed il sacrificio; armi che impugnerò fino al mio ultimo respiro; là cadrà soltanto l’arma del sacrificio, ma quella della preghiera mi seguirà in cielo, ove sarà ancor più potente che su questa terra di esilio.
Prego tutti i giorni il Sacro Cuore di Gesù ed il Cuore Immacolato di Maria di conservarvi ancora a lungo in mezzo a noi, perché li fate bene conoscere ed amare.
Ogni volta che prego secondo le vostre intenzioni mi sembra che dal cielo la Madonna debba spesso rivolgere il suo sguardo su di voi, Beatissimo Padre, poiché siete voi che l’avete proclamata Immacolata e, quattro anni dopo, proprio questa buona madre venne sulla terra per dire: «Io sono l’Immacolata Concezione…».
Io non ne comprendevo il significato; non avevo più sentito quella parola. Ora, riflettendo mi dico: «Come è buona la Madonna! Si direbbe che è venuta a confermare la parola del Santo Padre»”.

Nota
Questo termine zuava pare non poco strano sotto la penna di Bernadetta, ma trova una spiegazione nelle circostanze. Nel gennaio 1875, padre Cros fondava per la gioventù studentesca una pia associazione con lo scopo di sostenere la causa del Papa per mezzo del sacrificio e la preghiera eucaristica; e sceglieva per le sue associate un nome che era all’ordine del giorno in tutta la cattolicità: quello di zuavo, reso illustre una volta di più dagli Zuavi Pontifici, che prima ancora di essere costituiti in reggimento il 1°gennaio 1860, avevano combattuto eroicamente a Castelfidardo il 18 settembre precedente col nome di Tirailleurs Franco-Belges. È verosimile che il padre Cros, il quale durante il 1865 era venuto ad interrogare Bernadetta all’ospedale di Lourdes, l’abbia iscritta da allora tra i suoi zuavi. Difatti lei stessa scrive nella sua lettera a Pio IX: «È da molto che io sono zuava».

(Francis Trochu, Santa Bernadette Soubirous, Marietti, 1967)