2012 Comunicati  09 / 10 / 2012

Pussy Riot contro Putin da Londra fino a Mosca

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 83/12 del 9 ottobre 2012, San Giovanni Leonardi

Pussy Riot contro Putin da Londra fino a Mosca, di Israel Shamir

Ho ricevuto una lettera dal direttore artistico del Morning Star, che mi chiedeva il permesso di ripubblicare il mio famoso “Saggio sulle Pussy Riot” (1):

Sig. Shamir, Sono il direttore artistico del quotidiano The Morning Star. Vorremo ripubblicare una versione rieditata del suo articolo su Pussy Riot. Ci può dare il permesso? Sfortunatamente le nostre risorse economiche sono talmente esigue da non poterci permettere di pagarle alcun diritto, ma siamo certi che lei gradirà che il suo pezzo sia portato all’attenzione di un numero di lettori ancora più elevato. Le saremmo grati di una risposta rapidissima, abbiamo uno spazio libero in un’edizione del weekend. Con i nostri migliori saluti.
Clifford Cocker, Arts editor, Morning Star newspaper

Ho dato subito il permesso e l’hanno pubblicato. Subito dopo l’hanno rimosso, dietro le pressioni della Lobby Ebraica. La Lobby aveva buoni motivi per obiettare. In quest’articolo io ho scritto:
“Per espressioni verbali antisemitiche molto meno forti, i paesi europei normalmente prevedono una condanna da due a cinque anni di prigione per la prima offesa recata. I russi applicano leggi sull’odio religioso anti-cristiano, e questa per i russi è davvero una novità. I russi hanno dimostrato che gli importa della figura di Gesù Cristo tanto quanto ai francesi importa di Auschwitz, e questo per gli europei è stato uno shock: evidentemente gli europei pensavano che le leggi anti-discriminazioni potessero essere applicate solo per proteggere gli ebrei e i gay. I governi occidentali chiedono più libertà per i russi anti-cristiani, ma allo stesso tempo le negano ai revisionisti dell’olocausto”.

In realtà, la posizione ebraica sulla vicenda Pussy Riot è anche più di questo: anche se non ho ritenuto necessario dirlo nel mio articolo, i più fanatici sostenitori delle Pussy Riot e nemici della Chiesa in Russia, come Viktor Shenderovich, Igor Eidman, Marat Gelman, neanche a farlo apposta sono di origine ebraica. Nessuno di loro è un ebreo praticante, ma pare abbiano ereditato comunque dai loro predecessori l’odio per la Chiesa. Tutti loro, inoltre, sono sostenitori dell’imperialismo occidentale.
Sicuramente ci sono anche molti non-ebrei che odiano la Chiesa e ci sono molti discendenti di ebrei che si sono convertiti al cristianesimo, ma comunque la correlazione è innegabile. Danno il loro appoggio anche i marxisti ebrei inglesi “tribali o kosher”, poiché, a detta di Gilad Atzmon (2), “il marxismo ebreo è molto diverso dal marxismo e socialismo in generale. Mentre il marxismo è un paradigma universale, quello ebreo è un crudo sfruttamento opportunistico di terminologie “filo-marxiste” per la causa tribale ebraica. Atzmon potrebbe anche aggiungere che i marxisti ebrei sostengono l’Impero. In ogni caso, erano tutti all’erta: hanno fatto pressione (3) sul Morning Star e i comunisti inglesi si sono subito arresi.
Non gli importava niente se gli attacchi provenissero da Harry’s Place (4), il più feroce blog sionista nel Regno Unito, totalmente imperialista, fieramente anti-musulmano, contrario fino all’osso all’ Iran e alla Siria, violentemente anti-russo e sicuramente anti-Shamir. Harry’s Place mi ha descritto come “antisemita-negatore dell’Olocausto-collaboratore di Assange-tirapiedi di Lukashenko-quel viscido di Israel Shamir”. Credo che in futuro userò queste definizioni come firma.

Il giornale si è scusato con i lettori in questi termini:
“Un certo numero di lettori ha sollevato serie preoccupazioni sulla decisione di ripubblicare nel numero di Sabato del Morning Star un articolo di Israel Shamir sulla band russa delle Pussy Riot. Il giornale vuole rassicurare i lettori che l’articolo è stato tratto in totale buona fede da Counterpunch senza essere a conoscenza del background dell’autore.
Vogliamo riconfermare l’impegno del giornale a pubblicare articoli di autori che riflettono e sono costantemente impegnati nei valori dell’anti-razzismo, anti-fascismo, solidarietà internazionale e giustizia sociale che il giornale da sempre sostiene fin dalla sua fondazione. Esso resta ben radicato su questi principi e in futuro, dove possibile, cercherà di approfondire le biografie degli autori degli articoli prima di pubblicarli.
Nel frattempo il Morning Star si dissocia dall’opinione dell’autore di quest’ articolo, che non riflette la posizione del giornale o le posizioni del movimento nel suo insieme. Ci scusiamo per il disagio arrecato.”
Così tante parole in codice per mascherare le loro fragili ginocchia. Se non sono in grado di far fronte a un drappello di marxisti ebrei, come potranno mai far fronte ai grandi nemici capitalisti?
Ma non è mia intenzione continuare su questo tono determinista, condannando i Rossi e gli Ebrei. Nonostante le evidenti correlazioni, la gente è libera di pensare e di agire. Siamo esseri liberi. Alcune delle voci più forti contrarie alle Pussy Riot erano Rossi ed Ebrei, o anche russi di sinistra di Left.ru, alcuni di origine ebraica e altri no, tutti fortemente anti-sionisti (hanno persino tradotto e pubblicato Israel Shahak).

Ecco un estratto di uno dei loro scritti, di Valentin Zorin. Il pezzo spiega bene la posizione della sinistra russa anti-imperialista, quella che dovrebbe influenzare la Sinistra e la Destra anti-imperialiste occidentali.
Pussy-Rioting contro la Russia Indipendente – di Valentin Zorin (estratto)
(in Russo qui)

“…non solo il loro nome (Pussy Riot) è inglese, ma parlano come se traducessero dall’inglese. Usano il linguaggio di un nativo americanizzato che pensa e parla il linguaggio dei colonizzatori. La Russia non è decisamente una colonia dell’Impero Anglo-Americano, o almeno ancora non è una colonia, ma già esistono i nativi colonizzati, e a branchi. Poiché la colonizzazione non è un evento solitario, è un processo prolungato nel tempo.
Le Pussy Riot appartengono alla sinistra radicale borghese tipica delle nazioni colonizzate. Le loro origini vanno cercate nei primi anni della guerra fredda, quando gli Stati Uniti decisero di utilizzare l’ideologia di sinistra per sconfiggere lo stesso comunismo. Femminismo, liberazione sessuale, anche i movimenti per i diritti civili erano sponsorizzati dalle agenzie di stato e da gruppi finanziari americani.
Fecero studi sui generi umani, importarono il post-strutturalismo francese di Foucault e Derrida, per poi esportare i prodotti finiti nelle culture colonizzate.
Per quale ragione? Pensateci: quale sarebbe il soldato migliore per la Russia, uno che crede in “Dio, Re e Patria” o uno che pensa che tutte queste idee (ad eccezione del post-modernismo e del post-strutturalismo) sono solo illusioni indotte dalle autorità? O, più semplicemente: cosa preferirebbe indossare un marines russo sotto l’uniforme in un combattimento faccia a faccia, una croce o un’immagine politicamente corretta e adeguata al genere?
Sì lo so, dopo aver posto questa domanda sarò bandito per sempre dal Regno del Paradiso della Sinistra. Del mio rammarico riderebbe sarcastico un guru francese del post-qualcosa e gli ultraconservatori applaudirebbero.
Ma questa domanda permette di comprendere a fondo il significato della vicenda Pussy Riot, poiché il suo vero significato ci sfugge, e sfugge anche a Putin, e anche alla Chiesa. I Maestri Imperialisti dei Grandi Discorsi ne determinano il significato e noi possiamo solo capire o non capire. Tutti i giornali occidentali hanno detto chiaro e tondo: “Putin contro Pussy Riot; Putin condanna Pussy Riot; Pussy Riot contro Putin”. E’ stato detto e ridetto dai media coloniali russi, praticamente da tutti quelli che contano, ad eccezione di qualche parruccone incallito (…)
Che cosa ha permesso il successo e la fama immediata delle Pussy Riot? Chi ne ha assicurato un posto nella storia? E’ stato Putin, Putin è il nostro Alfa e Omega. Per favore, Putin, non mi picchi, non sono stato io, sono loro, le Pussies!
Non hanno mica chiesto a Maria Vergine di bandire la proprietà privata, i commercianti di droga, i trafficanti di esseri umani, banchieri, polizia, Sesta Flotta o altro. No, le hanno chiesto di rimuovere un cattivo soggetto chiamato Putin dal Cremlino.
Anche se le Pussies si fossero sbagliate, il Dipartimento di Stato, Madonna, La sig.ra Clinton, la signora Merkel, il NYTimes e il Guardian non si sarebbero sbagliati di certo. Tutti loro sanno che dietro a Putin c’e’ una forza che stabilisce dei limiti all’onnipresenza imperialista e al monopolio dei padroni sul significato delle cose.
Senza Putin, ovvero senza che la Russia Indipendente blocchi la strada al dominio totale dell’Impero d’Occidente, nessuno noterebbe le Pussies, neanche noi lo faremmo e neanche i nostri potenti oligarchi. Dà fastidio sentirlo, ma noi diverremmo una remota e insignificante provincia dell’Impero, buona per affari e svaghi, ma di nessuna importanza politica. Diverremmo una Nullità che non fa altro che mangiare e guardare la TV. A controllarci basterebbe una piccola guarnigione di soldati dell’Impero.
Ma nonostante tutti gli sforzi di questo Impero, Putin è ancora seduto sulla sua poltrona al Cremlino.
Qual è il segreto della sua longevità politica? Le crudeli repressioni? E se sì, dove sono i martiri? L’unico prigioniero politico possibile è l’oligarca Khodorkovsky. Un altro potrebbe essere Udaltsov, mai però detenuto per più di quindici giorni. Quindi, forse il segreto è: l’appoggio silenzioso alle masse che non vogliono affondare nella Nullità?
Ci sono tanti motivi per essere disgustati dalla Chiesa, poiché consacra l’arroganza capitalista. Ma se le masse ne hanno bisogno come “il cuore di un mondo senza cuore” per poter sopravvivere, lasciate che sia! E’ cosa buona. E se le masse appoggiano segretamente Putin, perché non esiste altra forza capace di resistere all’Impero e al Nulla, lasciate che sia. E’ cosa buona.

Segue una lettera di un lettore inglese che reagiva alla decisione del Morning Star:
Da Elijha Traven:
Non condivido tutto quello che lei scrive, poiché non sempre ne conosco la provenienza. Ma penso che scrittori come lei andrebbero letti e riletti nel tempo, e non subito attaccati e criticati. Se non ti piace quello che ha preparato il cuoco, non gli urlare contro. E’ inutile. Lascia invece il ristorante e trova un posto dove servono cibo e vino di tuo gradimento. Il mio motto è: lascia che ogni scrittore sia se stesso. Ci sono alcuni scrittori che uno dovrebbe sparargli e basta. Ma…dove andremmo a finire così?

Sono rimasto sconcertato nel leggere nel Morning Star di oggi che un articolo pubblicato Sabato scorso non ha incontrato il gradimento dei lettori. Il giornale si è scusato con i suoi lettori e ha preso le distanze dalle opinioni espresse.
Dicono di aver tratto l’articolo da Counterpunch e non avevano idea di chi lei fosse. Ma chi credono di prendere in giro? Come possono davvero non conoscerla? Cosa molto difficile da credere. Non è una giustificazione credibile. Questo giornale è coinvolto in pieno nella campagna per i diritti dei Palestinesi. Conoscono nome e cognome di tutti i bambini nella Striscia di Gaza e in Cisgiordiania, tale è la loro conoscenza della situazione sul posto.
Sa cosa intendo. Ho letto nel giornale articoli dettagliatissimi pubblicati dalla Campagna di Solidarietà per i Palestinesi. Se li leggo io, anche loro li leggono quegli articoli. Riceviamo continui rapporti dalla Palestina, presentati in riunioni strapiene di gente in tutto il paese; organizzati da Tizio, Caio e Sempronio del partito socialista.
La conoscono benissimo. Non potrebbero non conoscerla considerando il suo grande sostegno ai Palestinesi. Non capisco cosa stia succedendo al Morning Star. Normalmente non ascoltano le opinioni dei lettori. Predicano a memoria da sempre il Vangelo di Karl Marx e Vladimir Lenin. Lo prendi per quello che è. Come il “verbo” che scende sui lettori dall’alto dei cieli.
Non mi ero accorto che lei vivesse Mosca. So cosa intende quando parla della stampa russa, è vero, l’ho letta anch’io per diverso tempo attraverso varie fonti. Tradotta e già disponibile in inglese. Come il Moscow Times. Stanno conducendo una campagna orchestrata contro lo Stato Russo. Non è come nei cosiddetti giornali liberali inglesi o americani. Sono strettamente collegati ai gruppi di protesta delle piazze e sono stati ben contenti quando hanno visto così tante persone dimostrare per strada lo scorso Dicembre e in Marzo di quest’anno.
Non solo la gente è stata sobillata dai noti giornali russi per causare il disordine sociale, ma anche stazioni radio come Echo Moscow hanno contribuito alla cospirazione criminale. La definisco cospirazione criminale perché a me sembra così.
Ho trovato l’articolo che lei ha scritto sulle hooligans delle Pussy Riot. Il Morning Star ha rimosso tutta l’edizione digitale del giornale di Sabato dal sito; anche se questo infrange l’accordo di abbonamento nel quale il giornale s’impegna a farci leggere online tutte le edizioni precedenti. Questo significa ogni edizione delle ultime due settimane o anche dell’ultimo mese.
Sono d’accordo con lei per quanto riguarda le Pussy Riot.
Elijah Traven, Hull, East Riding of Yorkshire
P.S. George Galloway del Partito del Rispetto è Membro del Parlamento per Bradford West, del sud dello Yorkshire. E’ ben conosciuto per il suo appoggio dichiarato al popolo palestinese. Sono certo lo conosciate già.
Ti saluto, Israel Shamir, per il tuo amore per la Russia e la difesa del suo presidente eletto. Sei un vero difensore della democrazia sociale e delle leggi.

Fonte: The Truth Seeker
Traduzione per ComeDonChisciotte.org a cura di SKONCERTATA63

NOTE:
1) ComeDonChisciotte.org
2) Gilad.co.uk
3) Hurryupharry.org
4) Hurryupharry.org

Segnalazione di Arianna Editrice , rassegna stampa del 04/10/2012