2018 Comunicati  23 / 02 / 2018

Negazionismo israeliano

F160705HP07-635x357-1Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 20 /18 del 23 febbraio 2018, San Pier Damiani

Negazionismo israeliano

Israele per difendere l’unicità della Shoah ancora una volta nega il Genocidio degli Armeni

 Gerusalemme – Israele continua a mantenere un atteggiamento totalmente negazionista nei confronti del genocidio armeno. A 103 anni dal primo genocidio del XX secolo, costato la vita a 1 milione e mezzo di cristiani armeni sotto l’impero ottomano tra il 1915 e il 1920, la Knesset, il Parlamento israeliano, ha nuovamente respinto un progetto di legge, stavolta presentato dal partito centrista e laico Yesh Atid,  che avrebbe ufficializzato il riconoscimento del piano di sterminio. Pensare che, nel 1939, Hitler prese come esempio proprio il genocidio armeno per strutturare l’Olocausto ebraico.

Il voto preliminare che ha interrotto l’iter parlamentare del progetto di legge era avvenuto mercoledì 14 febbraio. Il vice-ministro degli esteri israeliano, Tzipi Hotovely, ha dichiarato che Israele non prenderà ufficialmente posizione sulla questione del Genocidio armeno, «tenendo conto della sua complessità e delle sue implicazioni diplomatiche». A darne notizia anche l’agenzia vaticana Fides che ha evidenziato che il 26 aprile 2015 il Presidente israeliano, Reuven Rivlin, aveva ospitato presso la residenza presidenziale di Gerusalemme un evento commemorativo per ricordare i cento anni dagli stermini pianificati degli armeni avvenuti un secolo prima in Anatolia. Durante quella cerimonia, il Presidente Rivlin aveva ricordato che il popolo armeno fu «la prima vittima dei moderni stermini di massa», anche se aveva evitato di usare la parola «Genocidio» per non irritare la Turchia, non comprometterne i buoni rapporti commerciali, ma anche per non depotenziare politicamente la Shoa ebraica visto che per molti israeliani il riconoscimento del genocidio armeno finirebbe per marginalizzare la sua unicità. Emblematico il discorso che fece nel 2001 l’allora ministro degli Esteri, Shimon Peres: «Niente è uguale all’Olocausto ebraico. Ciò che è capitato agli armeni è una tragedia ma non un genocidio».

In Israele da anni è in corso un dibattito molto serrato a livello politico e cuturale. L’anno scorso ad agosto la commissione Cultura, sport ed educazione della Knesset aveva annunciato di volere riconoscere il genocidio dei cristiani armeni. Ma anche in quella occasione l’iter è stato interrotto dalla ragion di Stato israeliana. Importanti gruppi ebraici, come l’Anti Defamation League e l’Union for Reform Judaism hanno riconosciuto da tempo la storicità del genocidio armeno.

Persino gli Usa non lo hanno mai riconosciuto. Il Presidente americano Donald Trump, nonostante le promesse fatte in campagna elettorale agli armeni americani che chiedevano un suo pronunciamento, finora ha evitato la parola genocidio. Un po’ per non suscitare reazioni risentite da parte della Turchia. Un po’ per non dispiacere alla lobby ebraica molto potente al di là dell’Atlantico.

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/vaticano/genocidio_ebrei_armeni_shoah_turchia_knesset_israele_impero_ottomano_musulmani_cristiani-3560614.html