2022 Comunicati  13 / 05 / 2022

I Patriarchi Latini di Gerusalemme: Mons. Barlassina

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 45/22 del 13 maggio 2022, San Roberto

I Patriarchi Latini di Gerusalemme: Mons. Barlassina

Il sito del Patriarcato Latino di Gerusalemme ha iniziato la pubblicazione di una serie di schede sui patriarchi che si sono succeduti alla guida dell’istituzione a partire dal 1847, quando con la Lettera Apostolica “Nulla Celebrior” il Papa Pio IX decise il ristabilimento del Patriarcato. La serie inizia con mons. Luigi Barlassina, che fu patriarca dal 1920 al 1947. Nella parte finale, evidenziata in rosso, si accenna a uno dei tanti rovinosi cambiamenti seguiti al Vaticano II.

Mons. Luigi Barlassina – Patriarca dal 1920 al 1947

Note biografiche

30 aprile 1872: nascita a Torino

22 dicembre 1894: ordinazione sacerdotale a Torino dal cardinale Ricardi

4 agosto 1918: viene eletto vescovo titolare di Cafarnao e ausiliare del patriarca di Gerusalemme

8 settembre 1918: è consacrato vescovo dal cardinale Pompili

28 ottobre 1918: arriva a Gerusalemme

29 ottobre 1918: nominato vicario generale

16 dicembre 1919: nominato Amministratore Apostolico dopo la partenza del Patriarca S. B. Mons. Camassei

1919: fonda la missione di Tulkarem

8 marzo 1920: eletto patriarca all’età di 48 anni

17 aprile 1921: riapre il seminario di Beit Jala

Ottobre 1921: affida il seminario a P. Dehon. Benedettini

Maggio 1927: il seminario di Beit Jala viene riportato a Gerusalemme

2 ottobre 1932: affida il seminario ai Padri di Betharram

7 luglio 1936: trasferimento del seminario a Beit Jala

8 settembre 1943: celebrazione del suo giubileo episcopale (giubileo d’argento)

23 dicembre 1944: celebrazione del suo giubileo sacerdotale (giubileo d’oro)

13 marzo 1945: ha subito un grave infarto a Rafat

 27 settembre 1947: muore di angina all’età di 75 anni.

Fatti

Rimasto orfano di padre, ereditò da sua madre una profonda ammirazione per la Santa Vergine.

Luigi Barlassina è nato il 30 aprile 1872 a Torino, nella regione italiana del Piemonte. Perse il padre in tenera età, quando era ancora un bambino; così sua madre lo educò in un’atmosfera di grande pietà e soprattutto di grande devozione alla Ss.ma Vergine. Come vedremo in diverse occasioni in seguito, questa devozione lo caratterizzerà per tutta la vita: reciterà l’Atto di Consacrazione a Maria nella sua prima Messa e, quando fu nominato Patriarca, non mancò di onorare la Madre di Cristo in modo speciale, erigendo il famoso santuario mariano di Deir Rafat.

Ha promesso di non affidare mai la celebrazione delle sue messe in onore della Madonna a nessun altro.

Appena ordinato sacerdote, il patriarca Barlassina promise di celebrare tutte le messe della sua vita con le intenzioni in onore della Beata Vergine in modo assolutamente gratuito ed ha mantenuto la sua parola (v. Monitor diocesano, settembre-ottobre 1957).

Era un eccellente predicatore

Mentre studiava Liturgia e Cerimonie dai Padri Oratoriani nella parrocchia di Saint-Philippe (fu proprio lì che sviluppò la sua grande passione per la Santa Liturgia), il futuro Patriarca si interrogò sul futuro della sua vocazione. Ben presto gli fu affidata la direzione della scuola Alfieri-Carrù delle Figlie della Carità tuttavia questo nuovo incarico non fu sufficiente per soddisfare la tutte le sue energie. Nel 1900, su richiesta del Prof. Carlo Olivero, in occasione dell’apertura della chiesa di Nostra Signora del Cuore Immacolato di Maria, cominciò a predicarvi sotto forma di “prediche dialogate”. Il successo fu immediato, e quando fu nominato rettore di Santa Pelagia nel 1901, la chiesa divenne una delle più frequentate di Torino.

Ha proclamato la Vergine Maria “Regina della Palestina”

Negli anni ’20, il vescovo Barlassina decise di onorare la Vergine Maria proclamandola “Regina della Palestina” (titolo riconosciuto ufficialmente nel 1933 dalla Congregazione dei Riti). Scrisse una preghiera da recitare dopo il saluto al Santissimo Sacramento, ed eresse un santuario in suo onore a Deir Rafat. Oggi, c’è una statua della Vergine Maria con l’iscrizione Reginæ Palestinæ e il saluto angelico “Ave Maria” in 280 lingue dipinte sulla volta della chiesa. Un dipinto della Vergine che veglia sulla Palestina è esposto nella navata sinistra del santuario.

Ha riabilitato il seminario di Beit Jala

Il seminario del Patriarcato latino di Beit Jala fu particolarmente colpito durante la prima guerra mondiale e nel 1921 era in uno stato deplorevole. Il vescovo Barlassina, che era patriarca da un anno, si impegnò a farlo risorgere dalle sue ceneri. Cominciò a rinnovare completamente i locali, che erano stati gravemente danneggiati dalla presenza turca; ricostituì il corpo insegnante affidando ai Benedettini della Dormizione la direzione del seminario (il suo stesso clero, ridotto dalla guerra, non poteva assumersi questo compito) e fece venire giovani seminaristi da Torino, sua città natale. Le sue iniziative non si fermarono qui: continuò a prendersi cura del suo seminario anche dopo la sua rinascita. Nel 1932, per esempio, chiamò i sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù di Betharram a sostituire i benedettini alla guida del seminario, e poi, sempre nel periodo tra le due guerre, creò un libro di cortesia ecclesiastica e un manuale di liturgia per i suoi seminaristi. Inoltre si è sempre preoccupato di visitarli regolarmente e ha dato molte lezioni in seminario.

Ha ripristinato la processione della Domenica delle Palme

In occasione del diciannovesimo centenario della Redenzione, Papa Pio XI proclamò un Anno Santo speciale nel 1934. Questa fu l’occasione per il vescovo Barlassina di organizzare grandi cerimonie religiose, compresa la rievocazione della processione della Domenica delle Palme da Bethpage a Gerusalemme. Portando rami di palme sopra le loro teste, i partecipanti sono saliti sul Monte degli Ulivi, hanno camminato fino alla Valle del Cedron per concludere la processione nel cortile del Seminario di Sant’Anna.

È stato l’ideatore di molte iniziative giovanili

Fin dai suoi primi anni di sacerdozio, Mons. Barlassina ha mostrato un genuino interesse per la formazione e la guida dei giovani. Nel 1904, fondò la “Fides et Robur”, una associazione per giovani che univa ginnastica e corsi religiosi. Ha anche creato una scuola di lingue e un coro. Più tardi, particolarmente preoccupato per la mancanza di istruzione superiore nella sua diocesi, il Patriarca ebbe l’idea di fondare un gruppo di scuole cattoliche per fornire agli studenti un’istruzione adeguata e di qualità ma questa iniziativa non ebbe felice esito: fu gradualmente abbandonata.

Ha passato molto tempo a scrivere

Nessuno conosce veramente i dettagli delle sue numerose lettere, alle quali il vescovo Barlassina ha dedicato molte ore. Inviava costantemente numerosi documenti, spesso in diverse lingue (perché parlava italiano, francese, inglese e tedesco), ai quattro angoli del mondo. La sua macchina da scrivere, che era spesso necessaria fin dall’all’alba ma l’accompagnava ovunque, anche nei suoi viaggi in macchina, che spesso faceva molto velocemente; il suo autista aveva sempre l’ordine di “andare più veloce”.

Ha fondato un’istituzione dedicata alla conversione dei non cristiani

Fondata nel 1927, la congregazione si chiamava “Les Ancelles de Notre-Dame de Palestine” fondendosi poi, nel 1936, con la Congregazione di Nostra Signora di Sion. Composta da suore di diversa provenienza, lo scopo di questa istituzione religiosa era quello di porre le basi per la conversione dei non cristiani, soprattutto per gli ebrei della Palestina quando era sotto mandato britannico. Gradualmente, la missione delle suore perse di vista il suo obiettivo primario, soprattutto dopo il Concilio Vaticano II (1962-1965), e divenne un’istituzione dedicata al dialogo e alle relazioni ebraico-cristiane.