2023 Comunicati  04 / 04 / 2023

I crimini invisibili: il caso siriano

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 40/23 del 4 aprile 2023, Sant’Isidoro

I crimini invisibili: il caso siriano

“I nostri politici truffatori, i nostri giornalisti compiacenti, i nostri intellettuali smarriti o traviati partecipano, con poche eccezioni, all’enorme cospirazione della menzogna che fa passare la Siria sovrana e legale per usurpatrice e massacratrice, e i suoi aggressori e i loro padrini, orientali e occidentali, per i liberatori rivoluzionari” (Michel Raimbaud, ex ambasciatore di Francia).

Pubblichiamo alcune parti di un lungo articolo sulla Siria, per supplire al silenzio dell’informazione ufficiale assoggettata ai “poteri forti”, che ha reso invisibile il dramma siriano.

Siria. 12 anni di guerra, di sanzioni e un terremoto devastante. Il calvario, il coraggio, la forza d’animo e la dignità di un grande popolo.

La guerra. Il 15 marzo del 2011 aveva inizio la guerra in Siria: ennesima aggressione occidentale contro un Paese sovrano spacciata come sempre, tra una balla mediatica e l’altra, per intervento umanitario. Una guerra che si protrae fino a oggi. Nei primi giorni sotto forma di rivoluzione colorata, ben presto si trasformò in conflitto sanguinoso di una violenza inaudita, soprattutto con la calata di gruppi terroristici provenienti da ogni parte del mondo. 

L’orrore. Hanno terrorizzato, decapitato, lapidato, impiccato e crocifisso. Hanno rapito, condannato a matrimoni forzati, commesso stupri, ridotto in schiavitù sessuale e costretto alla prostituzione donne e bambine: in un vero mercato di schiave a Raqqa, le più giovani e più belle prigioniere di DAESH erano vendute a caro prezzo.
Hanno rapito bambini e li hanno addestrati a uccidere.
Hanno deturpato la bellezza e tentato di cancellare il passato.
La splendida Palmira, la Aleppo monumentale, il grandioso santuario di S. Simeone stilita, Ebla, Raqqa, la Chiesa Memoriale dei Martiri Armeni, che commemorava il genocidio di 1.500.000 di Armeni nel 1915 perché la località fu uno dei principali luoghi della loro deportazione, la maggior parte delle chiese di Homs, tra cui la chiesa di Umm al-Zennar, tra le più antiche della Siria, le statue del grande poeta Abū al-Alāʾ al-Maʿarrī e centinaia di altre opere e siti di straordinario valore storico-culturale sono stati devastati da bande armate che per i media mainstream occidentali erano gentili “ribelli moderati”.
Hanno distrutto centrali elettriche, dighe, strade, ponti, scuole e ospedali.
Hanno fatto bottino a man bassa delle materie prime e di un numero incalcolabile di preziosi reperti archeologici di una civiltà plurimillenaria.
L’insigne archeologo Khaled al-Asaad, direttore generale delle Antichità e del Museo di Palmira, ora ipocritamente pianto e osannato in Italia, è stato ucciso per mano di criminali fanatici, sostenuti dalla brama di potere neo-coloniale imperialista e da Paesi arabi ignobili.
Rappresentanti di alcuni gruppi di vandali prezzolati e turpi assassini hanno partecipato a Ginevra e ad altre conferenze con la pretesa di candidarsi a governare quel Paese meraviglioso che stavano annichilendo. 
Gli USA e la Turchia sono i cinici approfittatori della spoliazione ancora in atto. 

DignitàLevateci l’embargo. La popolazione siriana non vuole mendicare l’aiuto dei grandi organismi umanitari per il suo diritto alla vita, ma vivere come tutte le altre popolazioni del mondo. Non possiamo essere dei mendicanti. Noi rivogliamo la nostra dignità. George Sabe, fratello marista. 

Sanzioni. L’assedio economico, che impedisce di importare i materiali per la ricostruzione edilizia e persino generi di prima necessità quali farmaci salvavita e macchinari ospedalieri, sta prostrando la popolazione.
Michel Raimbaud, ex ambasciatore di Francia, scrive: Le sanzioni sono armi di distruzione di massa finalizzate a minare una società civile e laboriosa. E per questo vengono utilizzati tutti i mezzi: spingere i Siriani a fuggire dal Paese, costringere le minoranze all’esodo e provocare l’emorragia delle élites con lo scopo di prevenire la successiva ricostruzione del tessuto sociale nazionale. Alla fine, è necessario chiamare le cose con il loro nome: gli aggressori della Siria legale, della Siria sovrana, che agiscono in violazione del diritto internazionale, sono delinquenti e criminali. 
https://oraprosiria.blogspot.com/2017/05/ex-ambasciatore-raimbaud-la-tragedia.html  

La guerra dentro Aleppo. Un grande massacro avviene proprio adesso. Sono state bombardate sia la parte est sia la parte ovest, con centinaia di vittime. Tutti gli ospedali e tutte le farmacie restano aperte e distribuiscono medicinali gratuitamente ai feriti. I civili si aiutano a vicenda nelle zone colpite dalla guerra. Issa Touma da Aleppo. Oggi, 29 aprile 2016. 

Un’immensa tragedia nella tragedia. L’infanzia negata. Poco o niente si parla di loro nei nostri Paesi 
Bambini rapiti e dispersi durante il periodo bellico in tutte le regioni siriane.
Bambini senzatetto nei campi.
Migliaia di bambini che soffrono il freddo e la fame nelle strade delle città e nei villaggi.
Bambini costretti ad abbandonare la scuola e prede di sfruttatori, che per contribuire al sostentamento della famiglia trasportano carichi pesanti, sono esposti a pesticidi e sostanze chimiche tossiche e trascorrono giornate lavorative interminabili.
Spose bambine. All’interno del Paese, ma soprattutto nei campi lager in Turchia, Libano e Giordania, dove sono innumerevoli anche i bambini siriani di strada o sfruttati nelle fabbriche e nell’agricoltura.
Bambini soldato nei territori controllati dall’ISIS sponsorizzato dall’Occidente.

l ruolo della disinformazione dei media mainstream.  Non considerano sufficienti le invasioni illegali – come se la Siria fosse una terra senza padroni da poter violare e saccheggiare a piacimento – la devastazione e la spoliazione, gli attentati contro civili, gli incendi, le violenze inumane di assassini mercenari, le incursioni aeree di Israele, i traditori e le sanzioni. I guerrafondai hanno fatto ricorso in modo massiccio alla propaganda menzognera, con accuse su fantomatici attacchi chimici o su mille bombardamenti di un “ultimo ospedale” di Aleppo o la morte reiterata di un “ultimo pediatra”. E ancora, immagini fabbricate ad hoc con bambini “vittime” sempre dell’esercito regolare o alleato, con messaggi di povere bimbe innocenti, strumentalizzate ignobilmente, che per l’età dovevano conoscere appena l’alfabeto arabo, ma in perfetto inglese imploravano se non la terza guerra mondiale almeno il bombardamento a tappeto della Siria. E, a completare l’opera, l’infame Caesar Act creato per costringere un popolo assediato alla resa o per condannarlo all’estinzione. Come se non bastasse, ecco questi guerrafondai ricorrere ancora a pennivendoli spregevoli, lacchè sempre pronti a inventare falsità, affinché con i loro articoli un pubblico poco attento continui a considerarli difensori dei Diritti Umani e della libertà. In questa turpe guerra, alimentata dunque anche dai professionisti amorali dei mass media, sono stati uccisi centinaia di migliaia di esseri umani e decine di migliaia sono feriti e mutilati o patiscono per sofferenze e privazioni di ogni genere. Intanto, giornalisti degni di questo nome, rischiano di finire e altri sono finiti in prigione per averci raccontato la verità. Come la terribile vicenda di Julian Assange insegna.

I nostri politici truffatori, i nostri giornalisti compiacenti, i nostri intellettuali smarriti o traviati partecipano, con poche eccezioni, all’enorme cospirazione della menzogna che fa passare la Siria sovrana e legale per usurpatrice e massacratrice, e i suoi aggressori e i loro padrini, orientali e occidentali, per i liberatori rivoluzionari… Michel Raimbaud, Les guerres de Syrie, ed. Glyphe

Fonte: https://oraprosiria.blogspot.com/2023/03/siria-12-anni-di-guerra-di-sanzioni-e.html