2022 Comunicati  19 / 01 / 2022

Guerra e sanzioni: la Siria sprofonda nella miseria e nella fame

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 8/22 del 19 gennaio 2022, San Mario

Guerra e sanzioni: la Siria sprofonda nella miseria e nella fame

Dopo dieci anni di guerra, le sanzioni volute dall’amministrazione di Donald Trump (grazie all’ex presidente i cristiani siriani non devono attendere il “great reset” per morire di fame) hanno dato il colpo di grazia alla popolazione della Siria. Pubblichiamo un recente resoconto diffuso dalla parrocchia latina di Aleppo, la città che prima della guerra era la capitale economica della Siria.

La situazione ad Aleppo

 “La situazione nella città di Aleppo sta precipitando ogni giorno, e getta un’ombra sulla vita quotidiana della povera gente alla quale manca il fiato dopo più di dieci anni di quella che viene chiamata ‘la crisi siriana’. L’elettricità arriva solo quattro ore al giorno, mentre il gasolio per il riscaldamento quasi non esiste. Il gas è un altro problema”.

Comincia così la testimonianza del padre francescano Ibrahim Alsabagh, parroco in Aleppo, presso la chiesa di San Francesco. Con il suo consueto stile schietto, dipinge l’immagine della sua città inginocchiata, costretta alla povertà e alla fame dalla lunga galleria di orrori che ormai da dieci anni rende la Siria una delle regioni più martoriate del Medio Oriente.

Padre Ibrahim dipinge il volto di Aleppo attraverso quello dei suoi parrocchiani, che giorno dopo giorno si recano da lui in lunghe processioni di mendicanza, privi di tutto, tranne che di bisogni. “Conosco tante signore della parrocchia che, a causa della mancanza di acqua calda, non riescono a fare la doccia per 20 giorni e più”. E la fame, più di ogni altra mancanza, morde le viscere della gente di Aleppo: “Per ritirare il pane, tanti si svegliano alle 5.00 del mattino e vanno a fare la fila davanti al forno, sotto la pioggia, magari: quasi sempre al freddo”. Quel freddo che padre Ibrahim definisce “terribile, celebre per tutti i Siriani, specialmente per chi lo sperimenta”.

La salute ad Aleppo

E ad oggi, la situazione siriana non può che essere aggravata dallo stato della salute pubblica e dalle condizioni del sistema sanitario nel Paese. Dice padre Ibrahim che “della situazione sanitaria non si parla, perché di fronte alla mancanza di ogni tipo di assicurazione medica, di fronte alla situazione precaria delle strutture ospedaliere e d’ambulatorio e di fronte alla crescita dei prezzi di medicine, di visite mediche e di interventi chirurgici, occorre tanto coraggio ai cittadini per poter cercare di ottenere una visita medica e una diagnosi”.

In questo contesto si iscrive l’emergenza pandemica dovuta alla diffusione del Covid-19. Il “problema del Covid” è da padre Ibrahim veementemente paragonato ad una “bestia”. Questa, dice padre Ibrahim, come accade per il leone di cui ci parla la lettera di Pietro (Pt 5, 8), “gira per le strade divorando chi dovesse incontrarla”.

Le molte povertà di Aleppo e della Siria

L’espressione è colorita, è forte. Ma ci aiuta a comprendere quanto profondo sia il problema che chi vive in Siria si trova quotidianamente ad affrontare. Lì, il Covid, è una belva scatenata più che altrove. Non fanno fede per dimostrarlo i numeri dei contagi, che non vengono conteggiati, quanto piuttosto lo stato del sistema sanitario, profondamente danneggiato da una guerra che continua, che non accenna a finire.

Sotto i bombardamenti incessanti di potenze straniere, che nella prima settimana di gennaio sono caduti costantemente, giorno dopo giorno, l’area nord-occidentale della Siria, quella di Aleppo e di Idlib, vede distrutti ospedali, centri sanitari, ambulatori… L’OMS riporta che nei primi sei mesi del 2021 otto sono stati gli attacchi compiuti da forze militari ai danni di strutture mediche nella zona di Nord-Ovest. Il 70% del personale sanitario ha dovuto abbandonare il Paese tra l’inizio del conflitto ed oggi che la guerra ha ormai abbondantemente superato il suo decimo anniversario.

A ciò si unisce il problema delle sanzioni ‘Caesar’. Imposte alla Repubblica Araba Siriana nel giugno 2020 da una coalizione a guida statunitense, esse sono la causa di una perdurante, ossessiva povertà per la gente. Le sanzioni hanno impedito la commercializzazione degli idrocarburi, soprattutto il petrolio, su cui si è sempre fondata l’economia siriana. Queste misure sono all’origine dell’impossibilità di importare sul territorio siriano elettrodomestici, autovetture, beni di consumo essenziali per condurre una vita dignitosa.

Insomma, in Siria le piaghe sono molteplici e la popolazione è stanca, ferita, abbandonata e povera. E ad Aleppo, in quel Nord-Ovest ancora marchiato a fuoco dalla guerra e dal jihadismo violento, questo è particolarmente vero. (…)

https://www.proterrasancta.org/it/la-situazione-ad-aleppo/