2016 Comunicati  01 / 06 / 2016

Gli amici delle moschee turche

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 48/16 del 1° giugno 2016, Sant’Angela Merici

Benedict & Mustafa Cagrici Grand Mufti of Istanbul pray in the Blue Mosque in 2006 in IstanbulIl 29 maggio 2016, anniversario della caduta di Costantinopoli, una folla di maomettani ha rivendicato la riapertura di Santa come moschea. Nella stessa città Benedetto XVI (nel 2006) e Francesco (nel 2014) hanno pregato a piedi scalzi nella ‘moschea blu’ in direzione della Mecca.

Musulmani davanti alla “moschea” di S. Sofia per la conquista di Costantinopoli e la gloria neo-ottomana di Erdogan

La preghiera davanti alla basilica, trasformata in museo, guidata da un imam saudita della Mecca. Essi cercano di raccogliere milioni di firme per costringere il governo a riaprirla come moschea. Le celebrazioni della conquista di Costantinopoli iniziarono negli anni ’50 con Adnan Menderes, deposto negli anni ’60 e impiccato. Erdogan ha ripreso le feste in memoria della conquista pr coronare il suo sogno neo-ottomano.

Istanbul (AsiaNews) – Migliaia di musulmani hanno domandato di poter pregare nell’antica basilica cristiana di Santa Sofia, esigendo che essa venga trasformata in moschea.
Un imam venuto dalla Mecca ha guidato la preghiera davanti all’edificio, trasformato in monumento statale e in un museo alla nascita della repubblica turca. Il folto gruppo ha gridato slogan quali: “Si rompano le catene; che Santa Sofia si apra!”.
Salih Turhan, presidente dell’Associazione della gioventù dell’Anatolia, ha dichiarato che la richiesta di “pregare all’interno della moschea di Santa Sofia” è fatta “in nome di centinaia di migliaia di nostri fratelli”.
La preghiera e la dimostrazione davanti alla basilica cristiana sono solo uno dei tanti appuntamenti che il 29 maggio scorso hanno avuto luogo ad Istanbul per le celebrazioni dei 563 anni dalla conquista di Costantinopoli da parte del sultano Maometto II il conquistatore. Il nome di Costantinopoli è stato cambiato in Istanbul solo negli anni ’30 del secolo scorso.
Il 29 maggio del 1453 il cuore della cristianità ortodossa cadde nelle mani dei Turchi ottomani, che su ordine di Maometto provvidero alla trasformazione della Santa Sofia in Moschea.
Questa usanza di celebrare con festeggiamenti la ricorrenza ha avuto inizio nella Turchia repubblicana negli anni ‘50, quando l’allora primo ministro Adnan Menderes, diede inizio a dei festeggiamenti per celebrare i 500 anni della conquista di Costantinopoli.
Secondo lo stesso presidente Recep Tayyip Erdogan, Menderes sarebbe il padre politico dell’attuale partito di governo AKP. (…)
Una volta consolidatosi al potere, Erdogan ha ripreso in grande stile le celebrazioni per la conquista di Costantinopoli, cogliendo in esse l’occasione a proporsi come il nuovo duce della nuova Turchia neo-ottomana, cercando di imporre il cambio della costituzione turca, trasformandola in Repubblica presidenziale
Tutti gli slogan della “festa” – oltre a quelli della preghiera davanti a Santa Sofia – facevano riferimento a lui come l’unico capace di far rinascere il sogno neo-ottomano in questa regione di grande importanza geopolitica.
Nei corsi e ricorsi storici, emerge la sua volontà di imporre la sua persone e una nuova conquista, dimenticando – come dicono alcuni intellettuali turchi – che “Costantinopoli è stata sì conquistata militarmente da noi turchi, ma non siamo stati mai capaci di sentircela nostra”.
Intanto, i musulmani che hanno pregato davanti a Santa Sofia, dicono di stare raccogliendo milioni di firme per restituire la basilica al culto islamico.

Asianews