Fu vera gloria? Ai posteri la facile sentenza…
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 32/25 del 29 aprile 2025, San Pietro Martire
Fu vera gloria? Ai posteri la facile sentenza…
Segnaliamo una lettura controcorrente della pagina storica di cui quest’anno è stato celebrato l’80° anniversario. Nell’articolo non si accenna ai tanto sacerdoti e frati uccisi dai partigiani comunisti, a cui si aggiungono quelli uccisi dall’esercito tedesco, in particolare su ordine di ufficiali protestanti.
La Resistenza, di tutti e di nessuno…
di Roberto Gremmo – Siamo alle solite: la propaganda, il mito, il leggendario l’hanno vinta sulla realtà. Così ad ottant’anni dalla fine della guerra sulla Resistenza continuano a circolare storie fantastiche e senza fondamento, politicamente targate, su delle vicende tanto complesse quarto scomode che meriterebbero analisi serie e non solo discorsi, parate e questa infornata di retorica e demagogia. Il più ridicolo e’ stato uno storico che stamattina in televisione ha dichiarato che il 25 aprile “abbiamo vinto la guerra”, altrettanto risibile l’affermazione diffusa che la Resistenza l’hanno fatta tutti; forzato e semplicistico il rapporto fra i partigiani con la Repubblica e la Carta Costituzionale.
Queste affermazioni non trovano vero riscontro nei fatti, e non sono le uniche. Perciò è bene cominciare a mettere qualche puntino sulle i ponendo alcuni semplici quesiti. L’Italia ha vinto la guerra di Liberazione? Lo Stato unito dalla violenza risorgimentale non ha vinto perché’ la “Patria del Piave” si era già dissolta con l’8 settembre, il “tutti a casa” e il saltafossi badogliano che rappresentava solo il tentativo della dinastia e dei ceti dirigenti tricolori di salvare se stessi saltando di corsa sulla macchina del sicuro vincitore. L’Italia si è unita nel combattere la Resistenza?
Il Meridione ha fatto una Resistenza ristretta, le 4 giornate di Napoli sono state delle schermaglie popolari contro i tedeschi che stavano lasciando la città. In Sicilia ci furono i moti popolari del non si parte, contro l’esercito del Re. Tutti i partigiani lottavano per la libertà? Quelli comunisti dell’estremo nord est volevano Tito. Fra partigiani Rossi, monarchici o giellisti ci fu una guerra feroce, altro che unità.
Ma quanti erano? Una minoranza andò davvero in montagna. E senza coscienza politica ma solo per non venire deportati in Germania. Diventarono un esercito solo quando a guerra finita si trattò di ottenere il diploma di combattente. E il popolo? La cosiddetta “Zona grigia” non parteggiava per nessuno, malediva soprattutto gli americani che portavano la morte dal cielo, voleva solo una fine veloce della guerra, dei morti e della fame, non importava chi avrebbe vinto.
Salvo una minoranza di fascisti convinti si armò con la Repubblica del Duce.
La sua credibilità era calata, anche perché la popolazione rimproverava a Mussolini di non garantire sicurezza contro quelli che chiamavano “banditi”, guardava con orrore alle brutalità delle rappresaglie tedesche, non credeva in nessuno. Ma dalla Resistenza è nata la Repubblica? I due milioni di voti che fecero la differenza al Referendum ci furono solo al Nord ed erano di fascisti convinti dalla propaganda repubblicana dell’ultimo Duce.
Per non parlare del brogli e l’esclusione dal voto della Venezia Giulia e di migliaia di soldati italiani prigionieri degli Alleati in mezzo mondo. E la Costituzione? Contiene principi astrattamente nobili e validi, ma mai davvero applicati. Specie sulle autonomie.
Decentramento e localismo sono incompatibili con uno Stato centralista, di cui il fascismo fu una tappa, non un’eccezione o una parentesi da dimenticare.
Fonte: https://www.lanuovapadania.it/cronaca/la-resistenza-di-tutti-e-di-nessuno/