2024 Comunicati  07 / 06 / 2024

Don Bosco e la divozione al Sacro Cuore di Gesù

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 54/24 del 7  giugno 2024, Sacro Cuore di Gesù

Don Bosco e la divozione al Sacro Cuore di Gesù

«Il trionfale e meraviglioso sviluppo della divozione al Sacro Cuore di Gesù è una delle prove più splendide di quei torrenti di dottrina e di pietà, con cui nella Chiesa del Signore ci vengono svelati sempre più luminosamente i disegni della Sapienza Divina ».

E questa la solenne intonazione delle lezioni liturgiche che lei Chiesa fu leggere ai sacerdoti di tutto il mondo nella festa del Sacro Cuore.

Il voto espresso dall’immortale Leone XIII, cioè « che la divozione al Sacro Cuore si propaghi in tutta la terra » è oggi un fatto compiuto. Tutti i ferventi cristiani conoscono e praticano questa divozione, perchè essa è l’espressione più genuina della divina santità della religione di Gesù Cristo. Un dotto e piissimo Cardinale ha potuto affermare che «il Cristianesimo non si potrebbe meglio identificare con nessun’altra divozione come con quella del Cuore di Gesù» (1). E la ragione è manifesta.

«Iddio è amore ed il suo Cuore eterno ha sempre amato. Cercare il perchè di tutta la successione dei misteri rivelati, in questo amore di Dio, costituisce la Teologia del Sacro Cuore. Come la persona di Gesù è Persona Divina, il suo Cuore creato sintetizza tutti gli amori del Cuore increato di Dio e ne riassume tutte le manifestazioni; esso è l’espressione viva e palpitante di tutti i misteri cattolici»! (2).

Da queste parole si rileva che la divozione al Sacro Cuore non è altro che la divozione alla carità divina di Gesù Cristo.

Come ne parlava S. Giovanni Bosco.

È propriamente questo il concetto sul quale Don Bosco insisteva sempre, parlando della Divozione al Sacro Cuore. Ecco come egli si esprimeva: « L’oggetto della divozione al Sacro Cuore di Gesù ci viene esposto da Gesù Cristo medesimo, il quale facendosi vedere più volte alla Beata Margherita Alacoque, ed ordinandole di propagare questa divozione, le fece intendere che era suo desiderio che si onorasse la sua ardente carità verso gli uomini, che lo spinse a tutto patire, persino la morte per la loro salvezza; che gli si offrisse il maggior possibile risarcimento per gli innumerevoli insulti che ha ricevuto e riceve; e si studiassero, imitassero e venerassero tutte le virtù di cui la sua anima è adorna » (2).

Queste parole, che Don Bosco rivolgeva ai fedeli in genere, contengono tutta la sostanza dottrinale della divozione al Sacro Cuore. Ma, parlando ai suoi giovani, Don Bosco spiegava il suo pensiero con semplicità anche maggiore: « Vi dirò che festeggiare il Sacro Cuore non è altro che onorare con speciale rimembranza, l’amore che Gesù portò agli uomini. Oh, l’amore grandissimo che Gesù ci portò nella sula Incarnazione e nascita, nella sua vita e predicazione e particolarmente nella sua Passione e Morte! » (2). Ci torna particolarmente caro accostare a queste parole di Don Bosco quelle del Papa di Don Bosco, Pio XI di venerata memoria, il quale, nella Enciclica Miserentissimus Deus, scriveva: « Fra tutti gli altri documenti della infinita bontà del nostro Redentore, questo risplende specialmente che, raffreddandosi l’amore dei fedeli, la stessa DIVINA CARITÀ propose SE STESSA ad essere onorata con speciale culto e il preziosissimo tesoro della Chiesa fu aperto generosamente con quella forma di venerazione, con cui onoriamo il Sacratissimo Cuore di Gesù nel quale sono nascosti tutti i tesori della Sapienza e della Scienza. (Coloss., II, 3) »

Don Bosco adunque era penetrato perfettamente nel pensiero e nelle intenzioni di Gesù e della Chiesa, fin dagli anni in cui la devozione era meno estesa che ai nostri giorni, e per di più, molto osteggiata anche dai cattolici infetti di Giansenismo. Ed è cosa notevole che il linguaggio adoperato da Don Bosco nei suoi scritti apparisca perfettamente identico a quanto scrissero i più insigni autori che trattano di tale devozione, compresi quelli che vissero prima di santa Margherita. Don Bosco infatti cita non soltanto il padre La Colombière, Direttore spirituale della Santa, ma anche il celebre padre Eudes, che più tardi sarebbe stato elevato all’onore degli altari e proclamato apostolo e teologo della divozione al Sacro Cuore. Ecco come si esprimeva questo santo parecchi anni prima delle apparizioni di Paray: « Il Cuore di Gesù è la sorgente della sua Incarnazione, della sua Natività, di tutti i misteri e stati della sua vita, di tutto ciò che ha fatto e sofferto in terra per la nostra salute. Poichè è proprio il suo Cuore, acceso d’amore per noi, che lo indusse a fare tutto questo per noi » (3).

Non si potrebbe pensare ad una più perfetta identità di pensiero tra i due grandi Santi. Tutti e due ripongono l’essenza della grande devozione nella infinita carità divina.

La singolare eccelsa prerogativa della divozione al Sacro Cuore è propriamente questa. « Fra tutte le divozioni approvate dalla Chiesa, come osserva un insigne teologo, nessuna onora direttamente ed esplicitamente l’amore di Gesù in se stesso. Ciascuna ha per oggetto un mistero d’amore, mentre il solo culto del Sacro Cuore tende a celebrare direttamente e per se stesso il mistero del suo amore» (4).

Si comprende così conte tale divozione, la più eccellente fra tutte, nella forma presente non sia stata proposta od escogitata da qualche Santo; sia invece venuta direttamente dal Cielo.

Lo ha proclamato Sua Santità Pio XII, nel suo primo anno di Pontificato, il giorno 14 giugno 1939, in una solenne udienza: « La divozione al Sacratissimo Cuore di Gesù, che in questi tempi si è così mirabilmente diffusa in tutta la Chiesa nelle sue più alte e svariate manifestazioni, è stata stabilita dal medesimo Salvatore Divino ».

Don Bosco e la divozione nella forma recente.

Ci affrettiamo però a dire che se Don Bosco riponeva tutta l’eccellenza della divozione del S. Cuore nell’origine divina e nella nobiltà dello scopo, conosceva pure pienamente e perfettamente la divozione anche nella forma rivelata a santa Margherita. Nella istruzione che abbiamo citata, dopo d’aver detto che la divozione al S.. Cuore sostanzialmente è antica come il Cristianesimo, egli ne determina chiaramente la natura, ne fissa l’oggetto materiale, l’oggetto formale, ne mette in luce l’eccellenza, i vantaggi e propone il modo migliore per la praticò, vale a dire l’amore all’Eucaristia, soprattutto alla santa Comunione, secondo i voleri di Gesù medesimo, ed infine l’imitazione delle virtù proprie del S. Cuore.

Don Lemoyne, il biografo di Don Bosco, scrive che fin dai primi tempi dell’Opera Salesiana « nell’animo di Don Bosco ardeva la divozione al Sacro Cuore di Gesù », che egli la propagava non solo tra i giovani ma anche tra i suoi amici e benefattori. Nel 1860 una nobile signora ringraziando Don Bosco dell’interesse che aveva dimostrato per la sua conversione dallo scisma, fra le altre cose scriveva: « Confido assai nella misericordia e nell’amore del Cuore di Gesù, mia prediletta divozione, ispiratami da Lei, anche prima che fossi cattolica» (5).

Un’altra signora, la Contessa Cambray Digny, moglie del Ministro delle Finanze, scriveva allo stesso Don Bosco: « La ringrazio dell’istruzione sugli Abissi del Sacro Cuore di Gesù, che Ella si compiacque di inviarmi e che io procurerò di considerare giornalmente… » (6).

Dal che appare che della grande divozione Don Bosco conosceva, diremmo, anche le sfumature e le pratiche specialissime proprie dei più ferventi.

Quando poi dal Sommo Pontefice Leone XIII gli venne affidata l’erezione della chiesa del Sacro Cuore in Roma, egli, al dire di Don Rinaldi « divenne l’apostolo infaticato del Sacro Cuore, diffondendone la divozione nelle sue Case e fuori; facendo scrivere articoli popolari sul Bollettino Salesiano dagli indimenticabili Don Bonetti e Don Cerruti…, rendendo familiari tra i suoi giovani le pratiche dei Nove Uffici e della Guardia d’Onore» (7).

(1) Card. PIE, Lettera al suo clero.

(2) BAUNARD, Un siècle de l’Eglise de France.

(3) Il cattolico provveduto, pag. 242-43(2) Memorie biografiche, vol. XI, 249.

(4) Coeur admirable, 1a medit.

(5) TERRIEN, La dévotion au Sacré Coeur de Jesus.

(6) Memorie biografiche, VI, 104-6. (2) Memorie biografiche, VIII, 995.(3) Memorie biografiche, vol. III, 243.

(7) L’operetta vide la luce nel 1875 in occasione del Centenario delle apparizioni del S. Cuore.

Fonte: https://bollettinosalesiano.it/archivio/1944/194406.htm