2012 Comunicati  01 / 02 / 2012

Arabia Saudita: immigrazione fa rima con discriminazione

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza

Comunicato n. 12/12 del 1 febbraio 2012, Sant’Ignazio d’Antiochia

Arabia Saudita: immigrazione fa rima con discriminazione

Mentre in Europa prosegue silenziosamente l’invasione musulmana, nei paesi islamici aumentano i lavoratori cristiani. Nei paesi un tempo cattolici il laicismo favorisce la costruzione di moschee e attribuisce agli immigrati dei diritti a volte superiori a quelli garanti ai cittadini italiani. Al contrario negli stati arabi a regime islamico, alleati degli Usa, i cristiani sono discriminati e, come nello stato d’Israele, trattati da cittadini di serie b. In Siria (come nell’Iraq di Saddam) invece i cristiani sono rispettati: un motivo in più per abbattere il governo e sostituirlo con un regime musulmano controllato dal potere statunitense.

Immigrati nel Golfo, diritti conculcati
di Giorgio Bernardelli

Siamo abituati a parlare di immigrazione sempre e solo come un fenomeno che ha come meta i Paesi dell’Occidente. Così spesso e volentieri dimentichiamo che le nuove rotte globali del mercato del lavoro si spingono anche verso Sud. Con situazioni anche inedite come le centinaia di migliaia di cristiani indiani, filippini o africani che oggi vivono in Paesi rigidamente islamici come l’Arabia Saudita o gli Stati del Golfo. A rinfrescare la memoria – e a ricordare anche le sofferenze di queste comunità – ci pensano due notizie pubblicate in queste ultime ore.

La prima è una denuncia firmata da Human Rights Watch, una delle più importanti organizzazioni mondiali per la difesa dei diritti umani. Riguarda l’Arabia Saudita e in particolari la sorte di 35 cristiani etiopi (in maggioranza donne) arrestati ancora prima di Natale a Gedda perché si erano radunati a pregare in una casa privata. La denuncia è molto dettagliata e parla dell’espulsione che sta per scattare nei loro confronti, dopo una detenzione in condizioni a dir poco umilianti. Ma la denuncia cita anche un altro elemento che fa riflettere: non si tratta della stessa Arabia Saudita – si chiede Human Rights Watch – che vorrebbe giocare un ruolo di primo piano nel dialogo interreligioso? Il riferimento è al centro che la famiglia reale degli al Saud sta facendo costruire a Vienna proprio per questo scopo. Appena tre mesi fa la nascita di questa struttura venne annunciata con grande enfasi, confermando il fatto che anche quello del dialogo interreligioso è un palcoscenico politico sul quale i sauditi mirano a giocare un ruolo. Quanto sta accadendo a Gedda – però – conferma che un conto sono le parole un altro i fatti. Soprattutto quando i cristiani con cui dialogare sono un gruppo (debole) di lavoratori migranti.

Non devono, però, fare i conti solo con violenze clamorose come queste i lavoratori migranti che vivono tra l’Arabia e il Golfo Persico: ci sono anche le forme molto più nascoste di sfruttamento e umiliazione. Ce ne parla l’altra notizia che rilanciamo dal sito di The National, il quotidiano degli Emirati Arabi Uniti: a Dubai – si legge – è raddoppiata la tariffa per far tornare nella terra d’origine la salma dei lavoratori morti. Fino a dicembre una bara costava 1.200 dirham (circa 250 euro), da gennaio sono diventati 2.300 (475 euro). Che sommati a tutte le altre pratiche portano a una spesa complessiva di circa 5 mila dirham (1.030 euro), che non sono affatto pochi per un lavoratore immigrato. A stabilire l’aumento è stato l’unico operatore autorizzato per questo servizio dall’ente aeroportuale di Dubai che – operando in regime di monopolio – può fare il bello e il cattivo tempo. Sulle spalle dei lavoratori stranieri.

Nel cuore del mondo arabo che ribolle ci sono anche loro. Quelli che oggi hanno paura di trovarsi a pagare il prezzo più alto delle «primavere» e delle crisi globali (come peraltro puntualmente già successo agli africani che lavoravano in Libia). Si misura anche intorno al riconoscimento dei loro diritti la possibilità di una svolta vera in questo angolo del mondo da dodici mesi in pieno movimento.

Fonte: Terrasanta.net