2012 Comunicati  07 / 06 / 2012

Plinio, il precursore di RatzingerŠ

 

Per Benedetto XVI la regina-papessa Elisabetta è un modello di “monarca cristiano”. Chissà cosa ne pensano gli irlandesi…


Città del Vaticano, 6 giugno 2012 (VIS). Questa mattina è stato reso pubblico il Messaggio del Santo Padre a Sua Maestà Regina Elisabetta II del Regno Unito, in occasione della celebrazione del suo Giubileo di Diamante (60 anni di regno). Il testo, che riportiamo di seguito, è datato 23 maggio “Scrivo a Sua Maestà per offrire i miei più calorosi auguri nella felice occasione del Giubileo di Diamante del suo regno. Nel corso di questi sessanta anni lei ha donato ai suoi sudditi e al mondo intero un esempio ispiratore di dedizione al dovere e di impegno nel difendere i principi di libertà, giustizia e democrazia, in accordo con la nobile visione del ruolo del monarca cristiano”. (…)
(qui l’articolo)

L’elogio di Ratzinger avrà mandato in visibilio i seguaci di Plinio Corrêa de Oliveira, affascinati dal concetto di cristianità elaborato dal professore brasiliano.

Plinio fin dal 1953 (pochi anni dopo la vittoria dei suoi amici anglo-americani nella seconda guerra mondiale) elogiava la monarchia compassata e anti-romana della Perfida Albione con queste considerazioni:
“In quella occasione abbiamo promesso di analizzare anche le cerimonie della incoronazione della regina d’Inghilterra, Elisabetta II. E di questo impegno ci veniamo a sdebitare. La splendida cerimonia ha offerto una visione di insieme — soltanto su un piano simbolico, ma che, precisamente per il fatto di essere simbolico, traduce meglio di qualsiasi altro alcuni aspetti della realtà — dell’Inghilterra con tutto quanto essa è, possiede e può al giorno d’oggi. Le istituzioni inglesi, il loro significato profondo, il loro passato, le loro presenti condizioni di esistenza, le tendenze con cui avanzano verso il futuro, la situazione attuale della Gran Bretagna nel Commonwealth e nel mondo, le prospettive favorevoli e anche le spesse nebbie che si delineano per essa sugli orizzonti diplomatici, tutto, insomma, si è riflesso in qualche modo nella incoronazione, e nelle cerimonie che l’hanno preceduta e che a essa hanno fatto seguito” (Catolicismo, n. 31, giugno 1953, pubblicato su Cristianità, maggio-giugno 1981, n. 73-74)