2014 Comunicati  01 / 07 / 2014

Le dimissioni del Papa. Nota al n. 473 di “Chiesa viva”

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 65/14 del 30 giugno 2014, Commemorazione di San Paolo Apostolo

Rientro del Papa Emerito Benedetto XVI in Vaticano

Ricordando la figura di don Luigi Villa, fondatore e direttore della rivista “Chiesa viva”, in occasione della sua morte (novembre 2012), Sodalitium aveva già avuto modo di precisare ai propri lettori quali fossero, a nostro parere, pregi e difetti, luci ed ombre della rivista cattolica bresciana fondata nel lontano 1971.
Dopo la scomparsa di don Villa, purtroppo, gli aspetti a nostro parere criticabili di questa rivista non sono diminuiti, ma aumentati.
Siamo però rimasti veramente stupiti nel leggere – nel numero 473 di luglio-agosto 2014 – un articolo a firma di “Un alto prelato” così intitolato: L’ “antipapa” “sedicente Papa Francesco”!
Secondo l’anonimo articolista, quindi, Jorge Mario Bergoglio sarebbe un “sedicente Papa”, anzi, un “antipapa”: una bella novità per “Chiesa viva”, che non ha mai seguito il cosiddetto sedevacantismo, ed ha sempre riconosciuto la legittimità degli occupanti della Sede Apostolica dopo il Concilio Vaticano II.
Ma perché, secondo Chiesa viva, il “sedicente papa Francesco” sarebbe un “antipapa”?
Perché – sempre secondo Chiesa viva – le “dimissioni di S.S. Benedetto XVI sono ‘res nullius’ (sic) e quindi l’elezione del cardinale Jorge Mario Bergoglio S.J. è non solo illecita ma nulla”.
Lasciando da parte gli strafalcioni di latino, ci sembra di capire che a Chiesa viva non si è diventati sedevacantisti, ma si pensa che il legittimo Pontefice sia “Sua Santità” Benedetto XVI, (come se Joseph Ratzinger non fosse modernista quanto Jorge Bergoglio).
Ma c’è di peggio. Perché, secondo Chiesa viva, le dimissioni di Benedetto XVI sarebbero invalide? Semplicemente, perché Chiesa viva nega che un Papa possa validamente rinunciare al papato. A sostegno di quest’affermazione, l’ “alto prelato” cita il n. 99 della Constitutio de Sede Apostolica Vacante promulgata da Papa Pio XII, dove si direbbe che “il Romano Pontefice NON può dimettersi”. Peccato che la Costituzione Vacantis Apostolicae Sedis al n. 99 non dice assolutamente quello che gli attribuisce il –possiamo pensarlo – sedicente “alto prelato”: Pio XII si limita a pregare (rogamus) l’eletto dal Conclave a non rifiutare l’elezione, ma ad accettarla, confidando nell’aiuto di Dio. Invece, il codice di diritto canonico promulgato da Benedetto XV, al canone 221, stipula: “nel caso di rinuncia del Romano Pontefice, per la validità della medesima rinuncia non è necessaria l’accettazione dei Cardinali o di chiunque altro”.
Quindi, il Romano Pontefice può rinunciare al pontificato.
Coerentemente con il proprio errore, invece, Chiesa viva nega la validità della rinuncia al papato di San Celestino V (affermando falsamente che in seguito fu barbaramente ucciso) e nega la validità dell’elezione del suo successore, Bonifacio VIII, nel 1294, facendo proprie le calunnie di Filippo IV, Re di Francia, e degli eretici medioevali detti fraticelli e spirituali.
Se poi ci si chiede a chi giovino affermazioni così strampalate e infondate, e altre dello stesso conio, l’unica risposta possibile è: ai modernisti. Infatti, esse gettano ingiustamente, sui difensori della Tradizione della Chiesa, il discredito e il ridicolo.
Ai fedeli disorientati, Sodalitium ricorda che – con la propria rinuncia – Joseph Ratzinger non è più neppure l’eletto del Conclave; che al suo posto è stato eletto Jorge Bergoglio; e che Jorge Bergoglio, esattamente come Joseph Ratzinger prima di lui, non può essere formalmente Papa – per cui Gesù Cristo Nostro Signore, Capo della Chiesa, non è con lui nel vivificarla e governarla – in quanto, oggettivamente e abitualmente non ha l’intenzione di procurare il fine e di realizzare il bene della Chiesa.
In questa nostra nota critica non c’è malevolenza alcuna per chi, come noi, si sforza di amare la Chiesa e combattere il modernismo; e ci auguriamo che tutti i buoni cattolici restino uniti nella carità e nella verità per continuare la buona battaglia (con un po’ di prudenza in più).
Sodalitium