2014 Comunicati  17 / 06 / 2014

Infiltrazioni, influenze e confusioni

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza

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Riproponiamo un articolo di don Francesco Ricossa su una case editrice dell’area “tradizionalista”, già segnalato nel maggio 2013 sul nostro blog

Ancora sulle edizioni Lindau (Torino) e Fede e cultura (Verona), di don Francesco Ricossa
L’articolo su Mons. Gherardini e il suo libro Concilio Vaticano II. Un discorso da fare (Casa Mariana Editrice, Frigento, 2009), ha suscitato – come abbiamo visto – molte reazioni: sul fondo della questione, da parte di Mons. Gherardini stesso, ma anche su altre tematiche secondarie o annesse da me trattate in quell’articolo; così don Belmont sulla Tesi di Cassiciacum, così il professor Radaelli sul pensiero di Romano Amerio…
Altra questione discussa, quella sollevata dal medesimo articolo sul ruolo, sempre più importante, che stanno svolgendo nel campo cattolico due case editrici: Lindau, di Torino, e Fede e cultura di Verona (entrambe le case editrici hanno pubblicato numerose opere di Mons. Gheradini, e di molti altri autori cattolici conservatori o “tradizionalisti”). Sodalitium aveva messo in guardia nei confronti di queste due case editrici, argomentando a proposito nelle note 1 (su Lindau) e 6 (su Fede e Cultura), pp. 29-31 del bollettino. Intendevo mettere in guardia i nostri lettori, certamente, ma anche e soprattutto gli autori cattolici i quali, pubblicando le proprie opere presso queste case editrici, si prestavano, volens nolens, ad una strategia culturale ed editoriale poco chiara.
Anche queste notarelle non sono passate inosservate. Se il dott. Giovanni Zenone, di Fede e Cultura, non ha dato segni di vita, don Curzio Nitoglia ha invece dedicato un lungo articolo alla questione trattando in particolar modo del libro pubblicato da Zenone stesso, Il chassidismo. Filosofia ebraica (prefazione di Massimo Introvigne).
Le edizioni Fede e Cultura – a differenza delle edizioni Lindau – si presentano apertamente come cattoliche. L’ambiente è comunque simile: molti autori dell’area lefebvriano-ratzingeriana e spiccata difesa di Israele e dell’Ebraismo. A quanto detto da Sodalitium n. 64 a proposito di Fede e cultura e del suo patron Giovanni Zenone, don Nitoglia aggiunge alcune considerazioni sul libro dello stesso Zenone sul chassidismo:
“Il Direttore è GIOVANNI ZENONE, che ha scritto nel 2005 (quando ‘Fede & Cultura’ era ancora in gestazione) per la ‘Cavinato Editore’ di Brescia ‘Il chassidismo. Filosofia ebraica’. In esso Zenone scrive: «L’albero della cultura occidentale torna a trarre linfa da una delle sue radici più profonde e vitali: l’Ebraismo. […]. In questa miniera spicca per ricchezza e profondità di pensiero Martin Buber» (p. 19). La religiosità o filosofia proposta da Zenone è lo chassidismo, ossia la cabala di massa e non più riservata a pochi iniziati (p. 23 e 30). Fondatore dello chassidismo fu il rabbi polacco ISRAEL BAAL SHEM TOV [1698-1760] (pp. 45-54). Nella ‘prefazione’ al libro di Zenone, MASSIMO INTROVIGNE ci spiega che «alle origini remote del chassidismo» cui si abbevera Zenone c’è Sabbatai Zevi [† 1676] (p. 5), Jakob Frank [† 1791] (p. 6), poi Shem Tov [† 1760] e quindi Reb Dov Baer [† 1772] (p. 9), per arrivare a Martin Buber [† 1965] (p. 10), a Abraham Joshua Heschel [† 1972] (p. 11), e alle varie sette chassidiche odierne dei Lubavitcher di Brooklin, degli Stamar di Anversa e dei Belzer in Israele (p. 13). È interessante notare come la cabala chassidica di massa sia il fondamento della psicanalisi freudiana. JIRI LANGER (nato a Praga nel 1894 e morto a Tel Aviv il 1943), che è più chassidico dello stesso Buber, scrisse nel 1923 Die Erotik der Kabbala, ove sostenne e spiegò ancora più approfonditamente di Zenone-Introvigne che la «divinità indefinita» o En Sof si manifesta tramite le 10 Sefirot, di cui alcune sono maschili e altre femminili.
La Sefirah Yesod o ‘Eros’, che costituisce il fondamento di tutta la natura, provoca l’unione dell’En Sof con la sua amante o Shekhinah Malkhut. L’erotismo cabalistico chassidico pervade i mondi superiori (come per gli Dèi greci) e, riletto poi da Freud, anche il nostro mondo terrestre. La cabala ci è stata trasmessa prima da Eros e solo poi da Mosè. La sessualità secondo i cabalisti e gli psicanalisti non è rivolta solo al diverso o ‘etero’ (maschio/femmina), come volevano Tzevi e Frank, ma anche all’eguale o ‘omo’ come voleva SHEM TOV. Quindi Tov aggiunge l’omosessualismo all’errore cabalistico classico. Il chassidismo trasuda di cabala erotica e, nel caso di Tov, deviata o omosessuale. Questi pensatori, di cui Zenone tratta lungo le 140 pagine del suo libro, sono in evidente contrasto con la Fede cattolica, la morale e la retta filosofia realistica” (articolo del 5 marzo 2011, intitolato Mattioli e Amerio sul sito dell’autore).
Pur senza citare Sodalitium, don Nitoglia approva la messa in guardia a proposito dei responsabili delle case editrici Fede e cultura e Lindau (“è sempre utile sapere e tenere a mente, senza fare indebite illazioni, che il Direttore della ‘Lindau’ EZIO QUARANTELLI è anche Direttore responsabile di ‘Confini. Temi e voci dal mondo della cremazione’ della ‘Socrem’ o ‘Società per la cremazione’ e della collana ‘L’età dell’Acquario’ filo ‘New-Age’ della medesima ‘Lindau’”). Don Nitoglia però si preoccupa di difendere il buon nome di alcuni autori (vivi o defunti) pubblicati da queste case editrici: “ciò non toglie nulla alla ortodossia di padre Tyn e di Romano Amerio (o di mons. Gherardini, che è realmente distinto da Quarantelli e ‘Lindau’). Tuttavia è sempre meglio sapere con chi si ha a che fare. Molti Autori sono tanto profondi quanto ingenui e spesso i loro nomi sono poi tirati in ballo da persone poco corrette, che vedono «tutto il mondo in collusione» e cercano di denigrarli ingiustamente”. Ingiustamente, perché, scrive don Nitoglia, “è del tutto lecito pubblicare con una Casa Editrice di prestigio anche se non se ne condividono le idee”, anche se “non è affatto decoroso avere gli stessi sentimenti del Proprietario di essa, quando esso risulti essere in odore di eresia e di esoterismo” (come Mattioli); per cui occorre ricordare “il principio della distinzione tra Editore e Autore, che sono due enti realmente diversi, onde non si può lecitamente attribuire all’Autore il sentire dell’Editore”.
Sodalitium condivide quanto scritto da don Nitoglia, tanto è vero che proprio nel n. 64, p. 30, nota 1, scrivevo: “Premesso che credo al 100% alla buona fede dei cattolici che collaborano con Lindau (non è facile trovare un editore per chi, come noi, è privo di mezzi) penso che le considerazioni di questa nota possano essere utili per diffidare, in futuro, di chi si serve di noi e per cercare di capire quale possa essere eventualmente la strategia del nemico nel promuovere paradossalmente autori e libri cattolici”. Non c’è dubbio quindi che don Nitoglia non alludeva a noi quando accusava degli ignoti di attribuire illecitamente all’Autore il sentire dell’editore, di essere persone poco corrette che cercano di tirare in ballo, per denigrare ingiustamente, autori ortodossi “tanto profondi quanto ingenui”.
Nostro scopo infatti era avvertire eventuali ingenui dal non cadere nelle reti di Editori poco raccomandabili (da un punto di vista cattolico) malgrado le apparenze. Il nostro intento non ha avuto esito, in quanto gli autori ingenui hanno continuato a pubblicare con le due case editrici (forse lecitamente), altri a presentare i propri libri con le edizioni Lindau (meno opportunamente), un altro a lodare apertamente le due case editrici sul quotidiano il Foglio (ancor meno lodevolmente); solo don Nitoglia, il Centro Studi Federici e l’agenzia Agere Contra hanno dato eco – seppur con varie sfumature – alla nostra messa in guardia. Per concludere la delicata questione, vorrei precisare una cosa.
La frase “è del tutto lecito pubblicare con una Casa Editrice di prestigio anche se non se ne condividono le idee” andrebbe precisata così: a un autore cattolico “può essere del tutto lecito, in certe circostanze, e per motivi proporzionatamente gravi, pubblicare con una Casa editrice di prestigio anche se non se ne condividono le idee”. In teologia morale, infatti, la cooperazione al male altrui (nel caso: la cooperazione di un autore cattolico con un editore acattolico o anticattolico, o a parole cattolico ma in realtà di dubbia ortodossia) è giustificata solo a determinate condizioni: che non si approvi il male fatto dagli altri, che si intenda fare solo del bene e si tolleri l’effetto cattivo senza causarlo, che si eviti lo scandalo, che ci sia una causa proporzionatamente grave per porre una azione che avrà un effetto buono (diffondere un’opera buona, cattolica, tramite un editore più o meno prestigioso) e uno cattivo (collaborare con gli acattolici, poter occasionare scandalo, farsi strumento delle loro intenzioni meno rette).
Ogni singolo caso deve essere studiato nelle sue concrete circostanze. Solo entro questi limiti, si può e si deve sottoscrivere l’asserita liceità di tali cooperazioni, tanto più comprensibili ai nostri giorni, a causa della latitanza di autentiche case editrici che siano nel contempo “prestigiose” e integralmente cattoliche. Nel caso presente, la questione è particolarmente importante, per evitare che “l’area” cattolica tradizionalista non possa essere infiltrata, influenzata, diretta o anche solo confusa con ambienti ad essa estranei e persino ostili.
Sodalitium