2025 Comunicati  03 / 06 / 2025

Esportare la democrazia: i crimini britannici

 Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 43/25 del 3 giugno 2025, Santa Clotilde

Esportare la democrazia: i crimini britannici

Mentre, dopo quasi anni di massacri, in Occidente si inizia a parlare (senza agire) dei crimini israeliani commessi a Gaza, emergono nuove elementi sui crimini delle truppe britanniche nelle guerre “democratiche” in Iraq e Afghanistan. I punti in comune tra i due eserciti sono numerosi, del resto è stata l’Inghilterra a consegnare la Terra Santa ai sionisti.

Licenza di uccidere: i crimini di guerra delle truppe britanniche in Iraq e Afghanistan

Sotto il velo delle missioni in Iraq e Afghanistan emergono testimonianze sconvolgenti che farebbero luce su un lato oscuro delle truppe britanniche impegnate nelle operazioni militari. Un’inchiesta della BBC  ha dato spazio a racconti inquietanti di alcuni ex membri delle Forze Speciali del Regno Unito (United Kingdom Special Forces, UKSP) che hanno denunciato pubblicamente “violenze sistematiche” perpetrate dai loro commilitoni, rivelando presunti episodi di atrocità inaudite e crimini di guerra che sfidano ogni principio di giustizia. Non è tutto, perché secondo le testimonianze rilasciate all’emittente televisiva londinese, i vertici delle forze speciali ed eminenti esponenti del Governo di Sua Maestà sarebbero stati a conoscenza degli abusi denunciati e in certi casi non avrebbero mostrato nessun interesse per la faccenda, mentre in altri si sarebbero adoperati per insabbiare i reati denunciati.  

I racconti dell’orrore 

A essersi fatti avanti sono una trentina di veterani che, in condizioni di anonimato,  hanno puntato il dito contro lo Special Air Service (SAS) e lo Special Boat Service (SBT) – le principali unità delle forze speciali – dopo aver visto con i propri occhi i loro compagni d’armi agire come “squadroni della morte”.  

Gli episodi descritti a favore di telecamera riguardano esecuzioni sommarie non solo di prigionieri di guerra ma anche di civili disarmati, tra cui anche bambini che sono stati uccisi a sangue freddo mentre stavano dormendo sotto le lenzuola. I militari, dunque, entravano negli edifici e aprivano il fuoco contro tutti i presenti, senza lasciare scampo nemmeno ai feriti che non potevano presentare alcuna minaccia date le loro condizioni. Un ex soldato, con una chiarezza disperata, ha riferito: “Hanno ammanettato un ragazzino e gli hanno sparato. Era chiaramente un bambino, nemmeno vicino all’età per combattere”.

Queste parole, così crude e dirette, sono solo uno scorcio di un racconto che sembrerebbe più ampio e terrificante. I testimoni parlano di azioni che sono diventate di routine nel tempo e che seguivano uno schema molto preciso, in cui il prigioniero veniva immobilizzato e veniva poi colpito a morte. Dopo aver giustiziato la gente sul posto, i soldati disseminavano nella zona armi di vario genere come pistole, fucili e granate al fine di inscenare l’avvenimento di uno scontro a fuoco. 

Eppure, il tunnel dell’orrore non si ferma a queste descrizioni scioccanti. Le testimonianze fotografano una competizione malata tra alcuni contingenti, nella gara a chi mieteva più vittime. Un ex militare ha raccontato di aver visto degenerare il comportamento di molti ragazzi dal temperamento mansueto nel momento in cui passavano all’azione, dove davano sfogo a diverse cattiverie manifestando tratti psicopatici e superando ogni limite morale. 

Le coperture e i silenzi di chi conta

Dai racconti trasmessi dalla BBC emergerebbe un quadro di complicità delle gerarchie più alte. Secondo quanto riferito dai veterani, le esecuzioni extragiudiziali e le uccisioni dei civili venivano sistematicamente omesse dai rapporti post-operativi al fine di evitare l’apertura delle indagini da parte della Royal Military Police, corpo deputato alla verifica del rispetto della legge e della disciplina tra i ranghi militari. L’obiettivo dei resoconti manipolati era di non destare sospetti e di fare sì che la conduzione e lo svolgimento di tutte le operazioni fossero perfettamente conformi alle regole d’ingaggio. Diversi testimoni sostengono che i comandanti superiori fossero a conoscenza dei crimini perpetrati dai loro subalterni e alcuni affermano che i comportamenti criminogeni delle truppe fossero stati portati all’attenzione dell’ex premier David Cameron persino dall’allora presidente afghano Hamid Karzai in più di un’occasione. Un portavoce dell’ex leader conservatore ha dichiarato che quest’ultimo ricordava di avvertimenti da parte di Karzai su violazioni del diritto internazionale riguardo a contingenti Nato e non delle forze britanniche. 

Un polverone di polemiche è stato recentemente sollevato per la nomina di Gwyn Jenkins, ex capo delle forze speciali, a capo della Royal Navy. Il generale è finito nell’occhio del ciclone in quanto ha guidato le truppe di stanza in Afghanistan in un periodo in cui si sarebbero consumati i presunti crimini di guerra e che non avrebbe denunciato nonostante ne fosse consapevole, secondo i detrattori. In tanti credono che Jenkins abbia degli scheletri nell’armadio più ingombranti dal momento che pare abbia respinto innumerevoli richieste di espatrio in Gran Bretagna, dopo il ritorno al potere dei talebani, di commando afghani che hanno combattuto al fianco dei militari britannici e che, di conseguenza, avrebbero potuto testimoniare sugli abusi segnalati. Secondo diverse fonti, il rigetto di queste richieste sarebbe dettato da motivazioni arbitrarie e parte dell’opinione pubblica ritiene  che il tutto sia giustificato dalla volontà di non fornire prove sulle presunte uccisioni di massa avvenute nel 2010-2013 su cui è aperta un’indagine giudiziaria. 

A prescindere dall’esito dell’inchiesta – le testimonianze sembrano fare riferimento un arco temporale più lungo del triennio su cui si sta investigando – l’eco di questi racconti scuote le coscienze e le parole dei veterani suonano come un monito: le cicatrici lasciate dalla violenza gratuita e aberrante non possono essere cancellate e ogni vittima delle crudeltà della guerra merita di avere giustizia. 

Fonte: https://it.insideover.com/guerra/licenza-di-uccidere-i-crimini-di-guerra-delle-truppe-britanniche-in-iraq-e-afghanistan.html