2012 Comunicati  12 / 05 / 2012

Attenti a quei due

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza

Comunicato n. 50/12 del 10 maggio 2012, Sant’ Antonino


Prosegue l’analisi sui rapporti tra la Fraternità San Pio X e gli ambienti della destra ratzingeriana e tieffepina. Dopo l’articolo pubblicato ieri (L’isola che non c’è, clicca qui), segnaliamo un articolo apparso nel n. 65 della rivista Sodalitium, relativo a due case editrici particolarmente in auge negli ambienti “tradizionalisti”.

 

 

Ancora sulle edizioni Lindau (Torino) e Fede e cultura (Verona)

di don Francesco Ricossa

L’articolo su Mons. Gherardini e il suo libro Concilio Vaticano II. Un discorso da fare (Casa Mariana Editrice, Frigento, 2009), ha suscitato – come abbiamo visto – molte reazioni: sul fondo della questione, da parte di Mons. Gherardini stesso, ma anche su altre tematiche secondarie o annesse da me trattate in quell’articolo; così don Belmont sulla Tesi di Cassiciacum, così il professor Radaelli sul pensiero di Romano Amerio…
Altra questione discussa, quella sollevata dal medesimo articolo sul ruolo, sempre più importante, che stanno svolgendo nel campo cattolico due case editrici: Lindau, di Torino, e Fede e cultura di Verona (entrambe le case editrici hanno pubblicato numerose opere di Mons. Gheradini, e di molti altri autori cattolici conservatori o “tradizionalisti”). Sodalitium aveva messo in guardia nei confronti di queste due case editrici, argomentando a proposito nelle note 1 (su Lindau) e 6 (su Fede e Cultura), pp. 29-31 del bollettino. Intendevo mettere in guardia i nostri lettori, certamente, ma anche e soprattutto gli autori cattolici i quali, pubblicando le proprie opere presso queste case editrici, si prestavano, volens nolens, ad una strategia culturale ed editoriale poco chiara.
Anche queste notarelle non sono passate inosservate. Se il dott. Giovanni Zenone, di Fede e Cultura, non ha dato segni di vita, don Curzio Nitoglia ha invece dedicato un lungo articolo alla questione trattando in particolar modo del libro pubblicato da Zenone stesso, Il chassidismo. Filosofia ebraica (prefazione di Massimo Introvigne). Ci ritorneremo. Si è fatto direttamente vivo, invece, il direttore editoriale delle edizioni Lindau (nonché de L’età dell’acquario) con alcune lettere cortesi (tranne l’ultima) al sottoscritto, in quanto direttore della rivista Sodalitium (4, 12 e 25 ottobre). A costo di annoiare il lettore, data l’autorizzazione del dott. Quarantelli, e per non deformare il suo pensiero, penso poter pubblicare il nostro breve scambio di corrispondenza.

Da Ezio Quarantelli a don Ricossa, 4 ottobre 2010
Gentile don Ricossa,
un lettore ci ha segnalato una nota dell’Editoriale del numero di maggio 2010 di “Sodalitium” che chiama in causa la casa editrice e me in particolare. Al più presto Le risponderò, come è giusto, in modo formale, ma, intanto, La invito a venirci a trovare. Penso che una chiacchierata franca e diretta possa fugare tante ombre. Ha occasione di venire a Torino nelle prossime settimane?
Un saluto cordiale.
Ezio Quarantelli

Da Don Ricossa a Ezio Quarantelli, 5 ottobre 2010
Gentile dott. Quarantelli,
La ringrazio per la Sua cortese lettera che ho potuto leggere al ritorno da un viaggio. La ringrazio altresì per il cortesissimo invito ad una chiacchierata franca e diretta, ma con la medesima franchezza le dirò che per il momento preferirei leggere la Sua risposta prima di un eventuale incontro.
Naturalmente, se avessi pubblicato qualche cosa di inesatto sarò lieto di pubblicare rettifica. A mia volta la saluto cordialmente
don Francesco Ricossa

Da Ezio Quarantelli a don Ricossa, 12 ottobre 2010
Gentile don Francesco,
questa volta tocca a me scusarmi per il ritardo, ma sono rientrato soltanto ieri dalla fiera di Francoforte. Come le ho anticipato, ho letto con ritardo l’Editoriale di “Sodalitium” dello scorso maggio, che chiama in causa la casa editrice e me in particolare. Devo confessarle che mi ha un po’ addolorato sentirmi annoverato fra i suoi nemici, senza aver avuto la possibilità di chiarire qual è il senso del nostro e del mio lavoro. Provo a illustrarglielo ora, nella speranza di modificare almeno un po’ il suo giudizio. Lindau è una casa editrice laica da qualche anno impegnata in un lavoro di ricerca e di valorizzazione del grande patrimonio spirituale e culturale cristiano. A esso convintamente dedica molte energie e molte risorse. Come può vedere scorrendo il nostro catalogo, abbiamo dato e diamo spazio a pensatori, studiosi, uomini di fede anche molto lontani fra loro. Il lavoro su Amerio si accompagna, per esempio, alla riproposizione di alcuni libri di Thomas Merton. Il fondatore dell’Opus Dei, e l’Opera stessa, sono protagonisti di libri pubblicati nella stessa collana che ospita autori vicini per sensibilità a Comunione e Liberazione. Il punto è che io intendo la casa editrice come un’agorà, cioè come un luogo in cui si ritrovano per dialogare “realtà” diverse, ma comunque accomunate da integrità intellettuale e morale, rigore, coerenza ecc. Del resto Lindau ha pubblicato anche autori atei o agnostici, o appartenenti a religioni diverse da quella cristiana. Lindau ha rilevato il marchio e il catalogo delle Edizioni L’Età dell’Acquario nel 2000 nell’ambito di un’operazione di ampliamento della propria presenza commerciale in libreria. Come forse saprà si tratta di una vecchia impresa editoriale, nata nel 1970 con una forte connotazione new age. A noi non interessava il contenuto del lavoro fin lì svolto, ma piuttosto la possibilità di sfruttare, anche in un senso diverso, un marchio conosciuto.
In questi anni abbiamo infatti cercato di sviluppare soprattutto le collane relative a salute e benessere e psicologia. Abbiamo anche dato spazio a religioni, filosofie, “saggezze” tradizionali, mitigando prima e sostanzialmente azzerando poi il profilo più marcatamente acquariano. Quest’operazione è per altro ancora in corso e richiede una certa gradualità. È vero che io ho diretto la rivista “Confini”, edita dalla Fondazione A. Fabretti per incarico della Socrem di Torino. Si tratta di un incarico professionale che ho ricevuto tanti anni fa (la casa editrice non c’entra nulla) e che mi ha aiutato a guadagnare il pane quotidiano. Per altro, la Fondazione A. Fabretti è stata costituita da Regione, Provincia, Comune, Università e Socrem di Torino, ha un comitato scientifico di tutto rispetto ed è una delle pochissime realtà che operano nell’ambito della riflessione sulla morte. Quanto alla Socrem di Torino è un’associazione che raccoglie oltre 40.000 iscritti. Fra essi vi saranno certamente molti massoni, ma sono sicuramente più numerosi i cattolici. Certo, la cremazione – 100 anni fa – era una bandiera della Massoneria. Oggi, però, è una possibilità fra le altre, come le altre. Del resto, per quello che ne so, la Socrem attende con grande rigore, professionalità e sensibilità al suo compito e mi sembra rispettosissima delle scelte di coscienza di tutti. Sicuramente lei dirigerebbe questa casa editrice in una maniera diversa dalla mia. Sicuramente, insieme a tante idee che abbiamo in comune – ne sono certo -, ve ne possono essere altre che ci allontanano. Ma questo fa di lei e di me due nemici? Magari due nemici “oggettivi”, come si sarebbe detto negli anni Settanta? Io non credo. Anzi, per parte mia ritengo che lei potrebbe insegnarmi molte cose o comunque sollecitarmi a cogliere in maniera diversa molti aspetti della complessa realtà in cui viviamo. Per questo le assicuro una costante, rispettosa e cordiale attenzione. Non è necessario che dia conto di queste righe su “Sodalitium”. Lo faccia se lo ritiene utile, o se ne astenga in caso contrario. L’unica cosa per me davvero importante è avere avviato un dialogo. Molti cordiali saluti.
Ezio Quarantelli

Da don Ricossa a Ezio Quarantelli, 23 ottobre 2010
Egregio dott. Quarantelli,
La ringrazio della Sua cortese lettera del 12 ottobre, e mi scuso per il ritardo di questa mia risposta.
Ci tengo a precisare il senso della nota dedicata alla Sua casa editrice, nel quadro di un esame critico di un’opera di Mons. Gherardini.
Poiché noi di Sodalitium non siamo “laici” ma cattolici, ci battiamo per la regalità di Cristo, anche nella società, così come insegna, ad esempio, l’enciclica di Pio XI, Quas primas; e Nostro Signore ebbe a dire: “Chi non è con me, è contro di me”. In particolar modo, consideriamo nemica della Chiesa la Massoneria, e naturalmente in maniera più generica, anche quelle associazioni affini alla Massoneria (in quanto ne condividono l’esoterismo) o da essa in qualche modo controllate. Tra queste ultime, non si può non annoverare la Socrem (Società per la cremazione). Lei dice che i suoi iscritti sono in maggior parte cattolici; certamente non lo sono i suoi dirigenti, i quali – se non tutti, almeno in grande maggioranza – sono iniziati alla Massoneria. Lei parla della Sua direzione della rivista Confini al passato (“ho diretto”), ma a me risulta che Lei ancora diriga la detta rivista. L’appartenenza o la vicinanza alla Massoneria dei dirigenti della Socrem e della rivista Confini dovrebbe essere nota anche a Lei, giacché il segretario generale della fondazione Ariodante Fabretti, – Fondazione che, come Lei stesso mi ricorda, edita Confini – è quel Professor Novarino, del Grand’Oriente d’Italia, che è anche un Autore della sua casa editrice L’età dell’Acquario.
Questi fatti mi fanno pensare che anche Lei potrebbe essere in qualche modo affiliato alla Massoneria, e Le sarei molto grato se, con sincerità e franchezza, volesse darmi lumi al riguardo.
Detto questo, e vengo al punto, non mi sarei interessato alla Sua casa editrice (come pure a Fede e Cultura di Verona) se non avessi notato che essa è diventata ormai, con Fede e Cultura, appunto, e Sugarco, la casa editrice di riferimento di molti, moltissimi autori cattolici “tradizionalisti” o vicini al mondo “tradizionalista”. È solo per questo motivo che ho pensato utile dare qualche informazione ai miei quattro lettori sulla Sua casa editrice. Infatti, non voglio certo decidere io quali autori debba Lei pubblicare, me ne guardo bene, ma non posso non essere incuriosito dal fatto che detti autori accettino di essere pubblicati da Lindau, e che d’altra parte Lindau sia così interessata, come casa editrice, a pubblicare detti autori.
Tutto qui.
Infine, se non distinguo sufficientemente la Sua persona dalla casa editrice è perché – mi corregga se mi sono sbagliato – mi sembra che il responsabile principale – come direttore editoriale – di Lindau sia Lei, e che pertanto le scelte editoriali siano da ricondurre alla Sua persona. Mi scuso per il tono della mia lettera che potrà sembrarLe “inquisitorio”, e La ringrazio anticipatamente per ogni ulteriore informazione o chiarimento che troverà opportuno fornirmi. Cordiali saluti
don Francesco Ricossa

Da Ezio Quarantelli a don Francesco Ricossa, 25 ottobre 2010
Gentile don Ricossa,
la ringrazio delle delucidazioni. Capisco bene qual è la sua posizione, ma non la condivido. Non mi importa nulla di sapere se Marco Novarino è affiliato o no alla Massoneria o se lo è il direttore di “Confini” (io ne sono stato, o ne sarò, soltanto il direttore responsabile; al momento la rivista ha sospeso le pubblicazioni), o se lo è lei. Mi interessano le persone, la loro onestà e serietà. Se queste sono accertate, mi confronto volentieri con loro (o, per dir meglio, con le loro idee), nelle forme e nei modi di volta in volta possibili e auspicabili. Come sto facendo in questo momento con lei. Tutto qui.
Un saluto molto cordiale e sinceri auguri di buon lavoro.
Ezio Quarantelli

La nostra “discussione”, come comprenderà facilmente il lettore, è finita qui. Posso aggiungere che non ho alcuna difficoltà nel dire e ribadire che non sono affiliato alla massoneria, e che la considero mia mortale nemica. Lo stesso non ha voluto o potuto fare l’editore di Lindau, forse perché il suo nome (Ezio Quarantelli, nato a Torino il 25 luglio 1955, residente a Torino, editore) compare in un elenco (non esaustivo) dei massoni italiani (consultabile su http://www.scribd.com/doc/6531365/Elenco-Massoni-Italiani ) elenco che, pur non avendo l’autorità dei piedilista della loggia d’affiliazione, offre a un primo esame tutte le garanzie di autenticità, che naturalmente il direttore editoriale di Lindau può sempre smentire, se lo ritiene opportuno. Ma come smentire il fatto accertato che i dirigenti della Società per la Cremazione (Socrem) siano tutti – o quasi – membri della Massoneria? Basta compiere una piccola indagine sui nomi dei suddetti dirigenti, ad esempio della Socrem di Torino. Il presidente risulta essere un tal Piero Ruspino, il quale è ufficialmente il Gran Tesoriere del Grand’Oriente d’Italia. Vicepresidente è l’avvocato Bruno Segre, israelita, libero pensatore, già capogruppo del PSI e dirigente della Lega Italiana per il Divorzio, presidente onorario (ne fu presidente per vent’anni fino al 2009) dell’Associazione internazionale del Libero Pensiero Giordano Bruno e, naturalmente, affiliato alla Massoneria (cf libro autobiografico Non mi sono mai arreso). Past-president è Luciano Scagliarini, anche lui nell’elenco dei massoni italiani. Tesoriere è Gian Battista Pollini, Maestro Venerabile della Loggia Pedemontana 696 (cf Erasmo notizie, rivista del GOI, 1 marzo 2009). Segretario era Gian Secondo Merletti, il cui necrologio sulla Stampa, quotidiano di Torino, dice:

“A.: G.: D.: G.: A.: D.: U.: È passato all’Oriente Eterno il fr.: Gian Secondo Merletti. (…)” “Il Presidente, l’ufficio di Presidenza, il Consiglio Direttivo, il Collegio Sindacale e il personale della Società di Cremazione di Torino … partecipano al dolore della famiglia per la scomparsa di Gian Secondo Merletti, da molti anni apprezzato e stimato segretario del Consiglio Direttivo. (Da La Stampa del 31 agosto 2010).
Passando ai Consiglieri della Socrem di Torino, Giorgio Borra è membro della Loggia Augusta Taurinorum di Torino, Riccardo Corsi (che nell’elenco dei massoni italiani risulta essere un ufficiale) è Garante di Amicizia del GOI (Erasmo notizie, 11/2003, p. 6) e, se non si tratta di omonimia, autore del Compendio dei Rituali a uso del Maestro delle Cerimonie (Ananke, Torino, 2007), Renato Valbonesi era Vicepresidente per il Piemonte del GOI (Erasmo notizie 11-12.2004); Eros Durante compare nel succitato elenco (nato il 24 luglio 1960, di Pino Torinese, agente di commercio); non ho trovato notizie solo a proposito di Silvia Detto. Presidente del Collegio Sindacale è il prof. Vladimiro Valas (della Ricerca sul cancro) e Sindaci sono Giovanni Boidi e Giarcarlo Garau, quest’ultimo ex maestro venerabile della Loggia Propaganda di Torino (Erasmo notizie, 19-20-21/2009). La rivista della Socrem, Confini, risultava avere (adesso esce in versione internet) per direttore lo Scagliarini suddetto, per direttore responsabile e membro del comitato di redazione il Nostro Ezio Quarantelli (direttore editoriale delle edizioni Lindau), e come segretario di Redazione il prof. Marco Novarino, dell’Università di Torino, già collaboratore di Hiram e Massoneria oggi, segretario generale della Fondazione Ariodante Fabbretti (che diffonde la cremazione), definito “fratello” dal sito della Loggia Ipotenusa (Torino), e che chiunque può ammirare in video nella Radio GOI (Grand’Oriente d’Italia) durante la Gran Loggia del 2005 a Rimini. Ora, due opere del Novarino sono state edite dalle edizioni Età dell’Acquario – marchio delle edizioni Lindau – nel 2003 (L’Italia delle minoranze. Massoneria, protestantesimo e repubblicanesimo nell’Italia contemporanea) e nel 2009 (Uomini e Logge nella Torino capitale): davvero Ezio Quarantelli non sa (o gli è indifferente sapere) se Marco Novarino è massone?

Le varie Società per la Cremazione (Socrem) presenti in Italia sono quindi tutte controllate di fatto dalla massoneria (che le ha fondate) e, anche se negli ultimi tempi occultano in genere il loro carattere anticristiano e anticattolico (per poter reclutare nuovi soci tra i praticanti ingannati da Paolo VI e successori) aderiscono però tutte alla Federazione Italiana per la Cremazione che, al contrario, non nasconde affatto il proprio carattere violentemente ostile alla religione e alla Chiesa.
Detto questo, ribadisco che non avrei alcun motivo di interessarmi alle edizioni Lindau e al suo direttore editoriale, se esse non avessero intrapreso la pubblicazioni di numerosi saggi di autori cattolici critici nei confronti del Concilio Vaticano II (basti pensare a Mons. Brunero Gherardini, alla storia del Vaticano II di Roberto De Mattei, alla pubblicazione delle opere di Romano Amerio…). Perché? Bisogna notare che le edizioni Lindau non solo pubblicano detti libri, ma che si occupano anche di presentarli: la presentazione a Firenze del libro di Mons. Gherardini, Quaecumque dixero vobis, a cura dei Francescani dell’Immacolata, con la presenza dell’autore e della biografa di Mons. Lefebvre (e di Paolo VI) Cristina Siccardi, si fregia del logo della casa editrice torinese; così pure (stesso luogo, la chiesa fiorentina d’Ognissanti), la presentazione del libro di De Mattei sul Vaticano II edito da Lindau, presentato anche a Osimo, Milano, Palermo ecc. A Osimo sono state la Fondazione Lepanto e le Edizioni Lindau, assieme, che hanno organizzato la presentazione del libro del prof. De Mattei sul Vaticano II con interventi di Palmaro, Gnocchi e D’Amico: tutti nomi dell’area lefebvriana-ratzingeriana. A Milano, stessi organizzatori, hanno parlato i professori Palmaro, De Leonardis e De Mattei con la moderazione di… Ezio Quarantelli.

Quale interesse muove un uomo come Ezio Quarantelli (che alla domanda, se la Croce fosse compatibile con i “tre puntini”, avrebbe risposto che c’è posto per chiunque percorra con serietà e impegno un cammino di ricerca con l’obiettivo sincero di migliorare se stesso e di avvicinarsi alla Verità. Non c’è posto, qualunque sia la bandiera sotto cui milita, per chi non persegue questi obiettivi. Tutto qui) a diventare editore di punta dei “cattolici tradizionalisti” lefebvriani e/o ratzingeriani? Una possibile risposta mi è stata suggerita – tra l’altro – dalla lettura di una bella recensione del libro di De Mattei sul quotidiano Libero (26 giugno 2011, p. 31: Il Sessantotto della Chiesa prona davanti alla modernità) del filosofo liberale, già presidente del Senato, Marcello Pera, entusiasta difensore del libro del Prof. De Mattei e deciso critico della svolta del Vaticano II. Marcello Pera è di ben altra caratura di Ezio Quarantelli (ha persino scritto un libro con Joseph Ratzinger) ma entrambi hanno in comune una estrazione laica e, nel contempo, un aperto schieramento in difesa di Israele baluardo dell’Occidente.

Dopo una visita al B’nai B’rith, il senatore Pera – che del Vaticano II, in quanto liberale ed estimatore d’Israele dovrebbe essere difensore – prese a criticare l’arrendevolezza della Chiesa conciliare… nei confronti dell’Islam (ne ho parlato nella mia conferenza tenuta a Torino nel 2004 su La politica della Chiesa, l’Islam e l’Occidente). In questo ultimo quindicennio, infatti, numerosi esponenti del pensiero laico (e anche israeliti) mostrano una spiccata e sorprendente simpatia per la Chiesa cattolica, per le sue tradizioni, e per il Cristianesimo in generale in chiave anti-islamica (si pensi al Foglio di Giuliano Ferrara, che infatti pubblica anche autori vicini al tradizionalismo, e i cui collaboratori pubblicano spesso presso le edizioni Lindau). Tornano di moda persino le Crociate! (cf i libri di Rodney Stark editi da Lindau). Molti di questi autori collaborano anche al nuovo corso dell’Osservatore Romano. Tale connubio tra difesa dell’Occidente (incluso Israele) e difesa del ruolo sociale della Chiesa e/o del Cristianesimo in quanto funzionale alla difesa dell’Occidente (e Israele), a volte definito Cristianismo, è oggi – dopo l’11 settembre, i libri di Oriana Fallaci ecc. – molto diffuso, ed è tornato alla ribalta con il recente episodio della strage di Oslo, causando il paradossale equivoco di etichettare come “fondamentalista cristiano” un uomo (forse malato mentale) dichiaratamente massone e sionista (a scanso equivoci, preciso che non c’è alcuna collusione possibile tra l’attentatore di Oslo e le persone di cui sto parlando).

Fede e Cultura
Le edizioni Fede e Cultura – a differenza delle edizioni Lindau – si presentano apertamente come cattoliche. L’ambiente è comunque simile: molti autori dell’area lefebvriano-ratzingeriana e spiccata difesa di Israele e dell’Ebraismo. A quanto detto da Sodalitium n. 64 a proposito di Fede e cultura e del suo patron Giovanni Zenone, don Nitoglia aggiunge alcune considerazioni sul libro dello stesso Zenone sul chassidismo:
“Il Direttore è GIOVANNI ZENONE, che ha scritto nel 2005 (quando ‘Fede & Cultura’ era ancora in gestazione) per la ‘Cavinato Editore’ di Brescia ‘Il chassidismo. Filosofia ebraica’. In esso Zenone scrive: «L’albero della cultura occidentale torna a trarre linfa da una delle sue radici più profonde e vitali: l’Ebraismo. […]. In questa miniera spicca per ricchezza e profondità di pensiero Martin Buber» (p. 19). La religiosità o filosofia proposta da Zenone è lo chassidismo, ossia la cabala di massa e non più riservata a pochi iniziati (p. 23 e 30). Fondatore dello chassidismo fu il rabbi polacco ISRAEL BAAL SHEM TOV [1698-1760] (pp. 45-54). Nella ‘prefazione’ al libro di Zenone, MASSIMO INTROVIGNE ci spiega che «alle origini remote del chassidismo» cui si abbevera Zenone c’è Sabbatai Zevi [† 1676] (p. 5), Jakob Frank [† 1791] (p. 6), poi Shem Tov [† 1760] e quindi Reb Dov Baer [† 1772] (p. 9), per arrivare a Martin Buber [† 1965] (p. 10), a Abraham Joshua Heschel [† 1972] (p. 11), e alle varie sette chassidiche odierne dei Lubavitcher di Brooklin, degli Stamar di Anversa e dei Belzer in Israele (p. 13). È interessante notare come la cabala chassidica di massa sia il fondamento della psicanalisi freudiana. JIRI LANGER (nato a Praga nel 1894 e morto a Tel Aviv il 1943), che è più chassidico dello stesso Buber, scrisse nel 1923 Die Erotik der Kabbala, ove sostenne e spiegò ancora più approfonditamente di Zenone-Introvigne che la «divinità indefinita» o En Sof si manifesta tramite le 10 Sefirot, di cui alcune sono maschili e altre femminili.

La Sefirah Yesod o ‘Eros’, che costituisce il fondamento di tutta la natura, provoca l’unione dell’En Sof con la sua amante o Shekhinah Malkhut. L’erotismo cabalistico chassidico pervade i mondi superiori (come per gli Dèi greci) e, riletto poi da Freud, anche il nostro mondo terrestre. La cabala ci è stata trasmessa prima da Eros e solo poi da Mosè. La sessualità secondo i cabalisti e gli psicanalisti non è rivolta solo al diverso o ‘etero’ (maschio/femmina), come volevano Tzevi e Frank, ma anche all’eguale o ‘omo’ come voleva SHEM TOV. Quindi Tov aggiunge l’omosessualismo all’errore cabalistico classico. Il chassidismo trasuda di cabala erotica e, nel caso di Tov, deviata o omosessuale. Questi pensatori, di cui Zenone tratta lungo le 140 pagine del suo libro, sono in evidente contrasto con la Fede cattolica, la morale e la retta filosofia realistica” (articolo del 5 marzo 2011, intitolato Mattioli e Amerio sul sito dell’autore).
Pur senza citare Sodalitium, don Nitoglia approva la messa in guardia a proposito dei responsabili delle case editrici Fede e cultura e Lindau (“è sempre utile sapere e tenere a mente, senza fare indebite illazioni, che il Direttore della ‘Lindau’ EZIO QUARANTELLI è anche Direttore responsabile di ‘Confini. Temi e voci dal mondo della cremazione’ della ‘Socrem’ o ‘Società per la cremazione’ e della collana ‘L’età dell’Acquario’ filo ‘New-Age’ della medesima ‘Lindau’”). Don Nitoglia però si preoccupa di difendere il buon nome di alcuni autori (vivi o defunti) pubblicati da queste case editrici: “ciò non toglie nulla alla ortodossia di padre Tyn e di Romano Amerio (o di mons. Gherardini, che è realmente distinto da Quarantelli e ‘Lindau’). Tuttavia è sempre meglio sapere con chi si ha a che fare. Molti Autori sono tanto profondi quanto ingenui e spesso i loro nomi sono poi tirati in ballo da persone poco corrette, che vedono «tutto il mondo in collusione» e cercano di denigrarli ingiustamente”. Ingiustamente, perché, scrive don Nitoglia, “è del tutto lecito pubblicare con una Casa Editrice di prestigio anche se non se ne condividono le idee”, anche se “non è affatto decoroso avere gli stessi sentimenti del Proprietario di essa, quando esso risulti essere in odore di eresia e di esoterismo” (come Mattioli); per cui occorre ricordare “il principio della distinzione tra Editore e Autore, che sono due enti realmente diversi, onde non si può lecitamente attribuire all’Autore il sentire dell’Editore”.
Sodalitium condivide quanto scritto da don Nitoglia, tanto è vero che proprio nel n. 64, p. 30, nota 1, scrivevo: “Premesso che credo al 100% alla buona fede dei cattolici che collaborano con Lindau (non è facile trovare un editore per chi, come noi, è privo di mezzi) penso che le considerazioni di questa nota possano essere utili per diffidare, in futuro, di chi si serve di noi e per cercare di capire quale possa essere eventualmente la strategia del nemico nel promuovere paradossalmente autori e libri cattolici”. Non c’è dubbio quindi che don Nitoglia non alludeva a noi quando accusava degli ignoti di attribuire illecitamente all’Autore il sentire dell’editore, di essere persone poco corrette che cercano di tirare in ballo, per denigrare ingiustamente, autori ortodossi “tanto profondi quanto ingenui”.

Nostro scopo infatti era avvertire eventuali ingenui dal non cadere nelle reti di Editori poco raccomandabili (da un punto di vista cattolico) malgrado le apparenze. Il nostro intento non ha avuto esito, in quanto gli autori ingenui hanno continuato a pubblicare con le due case editrici (forse lecitamente), altri a presentare i propri libri con le edizioni Lindau (meno opportunamente), un altro a lodare apertamente le due case editrici sul quotidiano il Foglio (ancor meno lodevolmente); solo don Nitoglia, il Centro Studi Federici e l’agenzia Agere Contra hanno dato eco – seppur con varie sfumature – alla nostra messa in guardia. Per concludere la delicata questione, vorrei precisare una cosa.

La frase “è del tutto lecito pubblicare con una Casa Editrice di prestigio anche se non se ne condividono le idee” andrebbe precisata così: a un autore cattolico “può essere del tutto lecito, in certe circostanze, e per motivi proporzionatamente gravi, pubblicare con una Casa editrice di prestigio anche se non se ne condividono le idee”. In teologia morale, infatti, la cooperazione al male altrui (nel caso: la cooperazione di un autore cattolico con un editore acattolico o anticattolico, o a parole cattolico ma in realtà di dubbia ortodossia) è giustificata solo a determinate condizioni: che non si approvi il male fatto dagli altri, che si intenda fare solo del bene e si tolleri l’effetto cattivo senza causarlo, che si eviti lo scandalo, che ci sia una causa proporzionatamente grave per porre una azione che avrà un effetto buono (diffondere un’opera buona, cattolica, tramite un editore più o meno prestigioso) e uno cattivo (collaborare con gli acattolici, poter occasionare scandalo, farsi strumento delle loro intenzioni meno rette).

Ogni singolo caso deve essere studiato nelle sue concrete circostanze. Solo entro questi limiti, si può e si deve sottoscrivere l’asserita liceità di tali cooperazioni, tanto più comprensibili ai nostri giorni, a causa della latitanza di autentiche case editrici che siano nel contempo “prestigiose” e integralmente cattoliche. Nel caso presente, la questione è particolarmente importante, per evitare che “l’area” cattolica tradizionalista non possa essere infiltrata, influenzata, diretta o anche solo confusa con ambienti ad essa estranei e persino ostili.

Fonte: Sodalitium