2017 Comunicati  14 / 06 / 2017

Gli araldi di Plinio

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Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 59/17 del 14 giugno 2017, San Basilio Magno

Gli araldi di Plinio

Un lettore ci ha segnalato l’articolo che segue, relativo agli “Araldi del Vangelo”, una delle tante organizzazioni che si rifanno, direttamente o indirettamente, all’associazione T.F.P. (Tradizione, Famiglia e Proprietà) fondata da Plinio Corrêa de Oliveira, accusata da più parti di essere una setta. Nell’ambiente “tradizionalista” alcuni personaggi si rifanno tuttora al pensiero di Plinio (caratterizzato, tra l’altro, da uno spiccato anticlericalismo). Ovviamente prendiamo le distanze dall’autore dell’articolo, il vaticanista Andrea Tornielli, che attacca l’asino dove vuole il padrone di turno (ora Bergoglio), e ancor di più da Massimo Introvigne, che viene citato al termine del servizio (e che, malgrado le accuse mosse ad alcuni aspetti della T.F.P., non nasconde le sue simpatie per Plinio, retaggio del suo percorso personale). Del resto, come sappiamo, anche un pendolo rotto indica due volte al giorno l’ora esatta.

 Araldi del Vangelo, il fondatore lascia mentre il Vaticano indaga

 João Scognamiglio Clá Dias, 77 anni, si dimette da superiore generale ma continua a essere “padreˮ dell’istituto. La Congregazione per i religiosi sta indagando per le stranezze di culti millenaristici e per esorcismi compiuti invocando i nomi dei fondatori

CITTÀ DEL VATICANO – Monsignor João Scognamiglio Clá Dias, 77 anni, fondatore e superiore generale della società clericale di vita apostolica “Virgo Flos Carmeliˮ e presidente dell’associazione privata di fedeli “Arautos do Evangelhoˮ (Araldi del Vangelo), la prima nata e approvata nel nuovo millennio, si è dimesso. Con una lettera resa pubblica il 12 giugno 2017 ha annunciato di rinunciare all’incarico perché uno dei suoi figli spirituali «possa condurre quest’Opera alla perfezione desiderata da Nostra Signora».

João Scognamiglio Clá Dias aggiunge che «nel lasciare questo incarico non posso – né desidererei – davanti a Dio, rinunciare alla mia missione di padre» e dunque «continuerò a essere a disposizione di ciascuno, per sapermi costituito da Dio come modello e guardiano vivente di questo carisma trasmessomi dallo Spirito Santo».

 La mossa a sorpresa del fondatore sarebbe legata all’inchiesta sugli Araldi che ha avuto inizio presso la Congregazione che si occupa dei religiosi. Un’inchiesta «approfondita e seria» spiegano le fonti vaticane. Anche se non è ancora stata presa alcuna decisione in merito a una possibile visita apostolica.

João Scognamiglio Clá Dias rappresenta una delle due branche in cui si è divisa l’associazione fondata in Brasile negli anni Cinquanta da Plinio Corrêa de Oliveira, pensatore cattolico tradizionalista, di destra e contro-rivoluzionario, ideatore dell’associazione TFP (Tradizione, Famiglia e Proprietà). Dopo la sua morte il gruppo si è diviso: da una parte i “Fundadoresˮ, che hanno ottenuto l’uso del nome TFP negli Stati Uniti e in Europa (l’associazione italiana è molto vicina alle posizioni del professor Roberto De Mattei, e in questi mesi si dedica a supportare l’attività dei quattro cardinali autori dei “dubiaˮ su Amoris laetitia); dall’altra João Scognamiglio Clá Dias, che ha ottenuto beni e nome dell’associazione in Brasile e che dopo la morte di Plinio Corrêa – avvenuta nel 1995 – ha di fatto fondato un ordine religioso e un’associazione privata di laici, con rami maschile e femminile, gli “Araldi del Vangelo”.

Noti per l’abito particolarissimo, simile a un saio corto, con una gigantesca croce bianca e rossa sul petto, e gli stivali simili a quelli dei fantini (vedi foto)Gli Araldi si sono diffusi in 78 Paesi, contano molte vocazioni, coinvolgono migliaia di giovani e sono stati particolarmente sostenuti dal cardinale sloveno Franc Rodè, all’epoca in cui era Prefetto dei religiosi.

All’origine dell’inchiesta vaticana, tra le altre segnalazioni, ci sono le lettere e i video inviati a Roma da Alfonso Beccar Varela. Da almeno trent’anni si parlava dell’esistenza all’interno della TFP e poi degli Araldi di una sorta di società segreta “Semper vivaˮ dove si praticava il culto della mamma di Plinio Corrêa, Donna Lucilia, dello stesso Corrêa e anche di João Scognamiglio Clá Dias. Un culto che la Chiesa non permette.

I video caricati da Alfonso Beccar Varela vengono spostati di frequente verso altri indirizzi, perché gli Araldi fanno azioni legali in Brasile per cancellarli a norma delle leggi sul diritto d’autore. Si tratta di immagini che attestano esorcismi con formule non approvate dall’autorità ecclesiastica, ma soprattutto della registrazioni di incontri tra il fondatore e alcuni sacerdoti. Con ogni probabilità si tratta di videoclip girate senza il consenso degli interessati, dalle quali emergono però elementi che le autorità vaticane intendono approfondire.

Uno di questi è visibile, per il momento, qui. (il video è stato rimosso, ndr).

Dai dialoghi e dalle testimonianze emerge un certo millenarismo: gli Araldi sono convinti che grazie alla Vergine di Fatima sta per avvenire una sorta di fine del mondo che vedrà trionfare monsignor João Scognamiglio Clá Dias. Nel dialogo i preti raccontano di esorcismi nei quali il diavolo annuncia che lo stesso fondatore diventerà Papa («Le chiavi pontificie sono nelle mani del demonio ma stanno per passare nelle mani» di monsignor Scognamiglio) e che le forze sataniche, lo temono più di ogni altro al mondo. Un demonio attraverso la persona esorcizzata avrebbe detto: «Buttami pure addosso acqua santa, ma non acqua passata per le mani di monsignor João». Ancora è documentato come i nomi di Donna Lucilia, di Plinio Corrêa e di monsignor João siano invocati negli esorcismi come potentissimi. Al punto da essere quasi divinizzati. Come si comprende, c’è materia per i dovuti chiarimenti, anche se c’è chi ha cercato immediatamente di presentare la notizia dell’indagine vaticana, tacendo sui suoi gravi e documentati motivi, come un atto d’imperio della Santa Sede per soffocare le realtà più vicine al tradizionalismo.

Massimo Introvigne, sociologo torinese che ha studiato per anni i movimenti che derivano da Corrêa de Oliveira e ha raccolto presso la biblioteca del Cesnur (Centro Studi sulle Nuove Religioni) di Torino, da lui diretto, una vastissima documentazione (come emerge nell’articolo “Tradition, Family and Property (TFP) and the Heralds of The Gospel: The Religious Economy of Brazilian Conservative Catholicismˮ, Alternative Spirituality and Religion Review, autunno 2016), afferma che «molti indizi suggeriscono che all’interno degli Araldi del Vangelo sia praticato una sorta di culto segreto e stravagante a una sorta di trinità composta da Plinio Corrêa de Oliveira, da sua madre Donna Lucilia, e dallo stesso monsignor Clá Días».

«Si tratta – aggiunge – di una continuazione di pratiche iniziate almeno una trentina d’anni fa da parte dello stesso Clá Días e da altri all’interno del movimento di Corrêa de Oliveira, già prima della morte di quest’ultimo avvenuta nel 1995. Credo sia importante distinguere tra le opere di Corrêa de Oliveira – controverse specie negli ultimi anni della sua vita, quando si avvicinò a quanti rifiutavano il Concilio Vaticano II, ma di notevole importanza per la storia del pensiero cattolico latino-americano del XX secolo – e le azioni dei suoi veri o presunti eredi. Ho intervistato tre volte Corrêa de Oliveira, interrogandolo anche sulle voci di un culto segreto a lui stesso e a sua madre, e mi ha sempre risposto che si trattava di ragazzate e intemperanze dei suoi seguaci più giovani, in nessun modo da lui proposte e approvate. Può darsi sia stato colpevole almeno di omessa vigilanza. Ma questo non inficia secondo me il valore dei suoi scritti».

http://www.lastampa.it/2017/06/12/vaticaninsider/ita/inchieste-e-interviste/araldi-del-vangelo-si-dimette-il-fondatore-mentre-il-vaticano-indaga-iEYvYedmgnt2ib7NqNdh8J/pagina.html

Foto: incontro di Benedetto XVI con mons. João Scognamiglio Clá Dias.